PILLOLO MASCHILE? POTREBBE ARRIVARE PRESTO

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Potrebbe arrivare presto una pillola che rivoluzionerebbe la sessualità di milioni persone. O meglio, un pillolo. Stiamo parlando della contraccezione orale maschile che, fino a qualche tempo fa, era soltanto una chimera e adesso potrebbe trasformarsi in realtà. Il condizionale è d’obbligo visto che il nuovo farmaco è stato testato soltanto sui topi e ancora non esistono riscontri sugli essere umani, ma le prospettive di successo sembrano buone.

Mentre per la contraccezione femminile sono stati trovati diversi metodi, più o meno invasivi, per l’uomo non sono stati fatti passa avanti, anzi si è rimasti fermi al metodo barriera già utilizzato nell’800, l’unico, dicono gli esperti, che protegga dalle malattie sessualmente trasmissibili. Oggi qualcosa potrebbe cambiare grazie al composto JQ1, ingrediente base del pillolo, che diminuirebbe, con effetto reversibile e senza conseguenze sulla salute e la vita sessuale, il numero e la qualità degli spermatozoi. La molecola è stata scoperta grazie a una ricerca condotta dal Dana-Farber Cancer Institute di Boston e dal Baylor College of Medicine di Houston, pubblicata dalla rivista scientifica Cell, e sperimentata in più di 350 laboratori sparsi in tutto il mondo su topi maschi, che hanno interrotto la loro fertilità reversibilmente senza ripercussioni su salute e comportamento sessuale.

Realizzare un contraccettivo orale maschile è sempre stato complicato per via della difficoltà di inibire la produzione di milioni di spermatozoi al giorno – paragonati a uno o due ovuli mensili nelle donne – e degli ostacoli che impediscono a molte sostanze in circolo di raggiungere i testicoli.

La molecola JQ1, conosciuta come antitumorale, sembra aver superato questi problemi riducendo in sei settimane il numero degli spermatozoi dei 90 per cento e la qualità del rimanente 10 per cento, di cui solo la metà resta attiva. Interrompendo la somministrazione, lo sperma torna alla normale attività e, attualmente, non si riscontrano rischi su eventuali figli futuri. Nonostante finora l’efficacia sia stata provata solo sui roditori, James Bradner, l’oncologo coordinatore della ricerca, è ottimista sulle potenzialità del farmaco.

La scoperta è stata annunciata a pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Contraccezione, che viene celebrata in tutto il mondo il 26 settembre. Si tratta di una campagna annuale incentrata sulla genitorialità responsabile. Lanciata nel 2007, questa Giornata si ripropone di migliorare la consapevolezza dei metodi contraccettivi nei giovani di tutto il mondo, affinché prendano decisioni informate sulla loro salute sessuale e riproduttiva. Il tema scelto per il 2012 è Il tuo futuro. La tua scelta. La tua contraccezione e si prefissa, per i prossimi 12 mesi, di informare i giovani riguardo ai temi della contraccezione e aiutarli a scegliere il metodo più adatto alle loro esigenze, per prevenire le gravidanze non programmate o le malattie sessualmente trasmissibili.

Piera Vincenti

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