Ouija: film con una trama che delude, ecco perché

Ouija tramaDopo essere stato stroncato dalla critica internazionale esce inspiegabilmente nelle nostre sale il trascurabile horror Ouija. Che cosa succede quando uno specialista degli effetti speciali come Stiles White (Il sesto senso, Intervista col vampiro) nonché sceneggiatore in erba (Segnali dal futuro, The possession) debutta alla regia? Un vero disastro, almeno in questo caso. Prodotto dalla Blumhouse di Jason Blum, Ouija si serve della storica tavoletta per inscenare un horror che non riesce né a far sussultare gli spettatori né tantomeno a interessarli in qualche modo. Il supporto di Juliet Snowden in fase di scrittura non serve a White per elevare il proprio lavoro. La sua opera prima è piatta, scolastica, ripetitiva e oltremodo convenzionale e piena zeppa di clichés. Più del regista delude la casa di produzione che aveva finora puntato su progetti decisamente più riusciti come la miniserie HBO “The Normal Heart” con Matt Bomer e Mark Ruffalo o il sorprendente “Whiplash” con Miles Teller e J.K.Simmons senza contare horror di successo come Oculus, Sinister, Dark Skies e Jessabelle. Già leggendo la trama di Ouija non si presagisce nulla di buono, né viene stimolata una qualche curiosità. Due amiche per la pelle. Un sospetto suicidio. Sedute spiritiche intorno alla famosa tavoletta. Presenza ultraterrene. C’è da dire altro per farvi passare la voglia di vederlo? Come se non bastasse a ciò si aggiunge una realizzazione a dir poco grossolana con molti buchi di sceneggiatura e qualche problema di logica.

Secondo i ben informati gli attori protagonisti sarebbero stati richiamati a fine riprese per rigirare buona parte del film. Il che aiuterebbe a spiegare il lavoro raffazzonato e sbrigativo di White. Il suo horror low-cost addomesticato non solo, come prevedibile, non trova il modo di innovare i classici canoni del genere ma soprattutto non centra l’obiettivo di omaggiarlo né di costituire un godibile divertissement. Stiles White non riesce ad improntare il proprio stile per questo il suo esordio alla regia ci appare piuttosto acerbo e prematuro. Il suo film attinge un po’ qua e un poì là ma soprattutto da un repertorio che si chiama noia. Una maggiore consapevolezza del mezzo cinematografico avrebbe sicuramente giovato al risultato finale. Peccato che sia proprio un film mediocre come Ouija ad inaugurare la stagione cinematografica del genere horror che promette invece bene con film del calibro di The Babadook e che prevede persino il ritorno sul grande schermo di un maestro come Dario Argento con The Sandman. Se c’è una nota positiva in Ouija quella si chiama Olivia Cooke ovvero l’attrice che interpreta l’eroina del film Lane che contribuisce a dare almeno una parvenza di credibilità. Un’interprete intelligente che fa un bel lavoro nel riprodurre l’accento americano pur essendo inglese. Purtroppo la sua interpretazione non riesce a rimediare ai difetti del film e si perde nel suo plot banale e completamente privo dell’adeguata tensione.

Il Trailer 

Rosa Maiuccaro

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