Carlo e Camilla in un campo con i bambini siriani

IMG_4021 IMG_3815Nella settimana in cui vengono ricordati i due anni dall’inizio della crisi in Siria, Carlo e Camilla, Principe di Galles e Duchessa di Cornovaglia, hanno visitato un campo di rifugiati in Giordania per incontrare alcune famiglie fuggite dai combattimenti. Lo fa sapere l’Unicef con una nota. Al campo di King Abdullah, a soli 15 chilometri dal confine con la Siria, sono rifugiate 921 persone, di cui 529 sono bambini sotto i 18 anni. Attualmente stanno ricevendo aiuto da UNICEF, UNHCR e WFP. Durante la visita, il principe Carlo e consorte hanno trascorso il tempo con le famiglie del campo, sentendo tutto il dolore profondo che hanno vissuto e le sfide estreme che molti di loro ora iniziano ad affrontare per cercare di sopravvivere e per prendersi cura dei propri figli. La Coppia Reale è stata guidata in una visita del campo dall’UNICEF e dall’UNHCR, che sostengono il Governo giordano nell’assistenza alle famiglie. Le Loro Altezze Reali hanno visitato uno spazio per bambini, incontrandone alcuni che avevano abbandonato la Siria con le proprie famiglie. Dominique Hyde, rappresentante UNICEF, nel corso della visita ha spiegato che 250 bambini del campo ogni giorno vengono portati in una scuola statale giordana in una città vicina. «Dopo tutte le violenze che hanno visto e tutto lo stress che hanno vissuto, l’UNICEF sta dando ai bambini della Siria tutto il supporto vitale, dall’acqua potabile, ai vaccini, all’istruzione, al cibo, ai vestiti, alla protezione. Solo in questo campo stiamo aiutando più di 250 bambini a riprendere le lezioni e a ricongiungersi con la loro infanzia. In tutta la Giordania, stiamo sostenendo la formazione di quasi 40.000 bambini. Abbiamo enormemente apprezzato la visita delle Loro Altezze Reali e li ringraziamo entrambi per aver messo in luce il nostro lavoro, insieme a quello del Governo giordano e di tutti i nostri partner. Speriamo anche che l’attenzione della comunità internazionale continui a concentrarsi su questa crisi e che possiamo ricevere il supporto di cui abbiamo un disperato bisogno per continuare il nostro importante lavoro che permette di salvare molte vite», ha affermato Dominique Hyde. Ad oggi, «l’appello dell’UNICEF per i bambini colpiti dalla crisi in Siria è stato finanziato per meno del 20 per cento», fanno sapere dall’Organizzazione. Questa mancanza cronica di fondi rischia di lasciare molti bambini siriani senza aiuti essenziali. Se almeno l’80 per cento del deficit di finanziamento non sarà colmato, l’UNICEF «sarà costretto a ridimensionare anche gli interventi salva-vita, compresa la fornitura di acqua».

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