Terremoto Emilia, un anno dopo

Medolla - ©Franco Buttaro
Medolla – ©Franco Buttaro

Medolla – Ricostruzione è una parola difficile, ancora molto difficile nella bassa emiliana. Un anno dopo il terremoto che ha messo in ginocchio un’area ad altissima densità industriale, si fanno ancora i conti con quanto è successo il 20 e 29 maggio del 2012 quando il mostro del sottosuolo in pochi secondi, ha segnato profondamente la fisionomia dei Paesi e la vita delle persone.

Medolla - ©Franco Buttaro
Medolla – ©Franco Buttaro

L’ammontare complessivo dei danni in Emilia-Romagna è stato stimato dalla Protezione civile in 11,2 miliardi di euro. Ben 33 i comuni compresi nell’area maggiormente colpita dove si produce il 2 per cento del Pil e dove ancora, circa 14mila famiglie non hanno potuto fare rientro nelle loro case. Su 22 zone rosse, 16 sono state riaperte ma sono ancora tanti gli edifici e le strade che restano off limits. Il mondo produttivo è stato letteralmente devastato e mentre la maggior parte delle grandi aziende è riuscita a riprendersi, molte piccole sono ancora ferme. E allora, c’è chi ha pensato a risollevarsi con le proprie forze ripartendo dalle macerie, come recita uno striscione appeso all’ingresso di una nota azienda alimentare di Medolla, chi invece grazie alla solidarietà ha trovato la strada per risollevarsi e chi invece ha dato vita ad un innovativo centro commerciale costruito interamente su un container e denominato 5.9, come il grado della scala Ritcher con cui è stato catalogato il sisma. L’inedita struttura unica in Italia e autofinanziata, è sorta a Cavezzo, uno dei luoghi dove il terremoto ha cambiato il paesaggio esteriore ma anche quello interiore, diventato addirittura il paese dei “non c’è più”, dove vari edifici sono stati per forza di cose demoliti.

Medolla - ©Franco Buttaro
Medolla – ©Franco Buttaro

L’orologio spezzato di Finale Emilia, tra i simboli del sisma è stato rimpiazzato lo scorso ottobre con un nuovo quadrante allestito su uno scheletro d’acciaio, mentre a Sant’Agostino il piccolo centro dove il municipio crollò in diretta tv, grazie alla gara di solidarietà sono state riaperte due scuole. E’ passato un anno ma c’è ancora tanto da fare e da queste parti tra mille difficoltà non manca la speranza per il futuro, in particolar modo da parte di chi aspetta ancora di tornare nella propria casa o spera di riprendere a lavorare, proprio come faceva una volta, prima del terremoto.

Emilio Buttaro

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