Napolitano: «Questo forse è il mio ultimo atto pubblico»

©Quirinale.it
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Forse ultimo atto pubblico oggi per il presidente Napolitano Sette anni di mandato che sono coincisi con uno dei momenti più difficili per l’Italia. Il Capo dello stato ha incontrato il presidente della Repubblica federale di Germania, Joachim Gauck, con il quale ha partecipato questa mattina, 24 marzo 2013, a Sant’Anna di Stazzema a una cerimonia in ricordo della strage nazifascista del 1944.

«Io sto per concludere questo mandato di sette anni di presidente della Repubblica, questo è probabilmente l’ultimo atto pubblico ufficiale che io compio e sono felice che sia questo. E porterò – ha affermato il Capo dello Stato – come memoria preziosa e come lascito del mio settennato l’esempio che lei, Presidente Gauck, mi dà di nobiltà d’animo e di amicizia». Napolitano poi si è soffermato sull’Unione Europea: «Sarebbe veramente inaudito che noi lasciassimo dissolvere questo patrimonio di unità, solidarietà e fraternità che abbiamo costruito. Credo che i nostri Paesi, l’Italia e la Germania, i nostri governi, le nostre persone non lasceranno dilapidare questo straordinario patrimonio, ma porteranno avanti l’impegno per la costruzione europea». I due Capi di Stato hanno poi scoperto una targa e deposto una corona di fiori al Monumento ossario che ricorda l’eccidio. Napolitano e Gauck al Museo storico di Sant’Anna hanno tenuto due interventi, preceduti dai saluti del sindaco di Stazzema, Michele Silicani, e dal superstite, Enrico Pieri. «Si possono leggere libri – ha precisato il Capo dello Stato -, si possono leggere ricostruzioni attente, documentate, puntuali della strage di Sant’Anna di Stazzema, si possono leggere relazioni importanti a cui è giusto riconoscere o quel che va riconosciuto di storici italiani e tedeschi, ma bisogna venire qui e bisogna anche inerpicarsi lassù, fino all’Ossario, fino al monumento, accanto al quale abbiamo deposto la nostra lapide comune in tutte e due le lingue, per toccare con mano, per sentire che cosa sia stata l’assurdità e la ferocia, senza uno straccio di giustificazione, senza uno straccio di pretesto, che si abbatterono sulla popolazione inerme di questo piccolo borgo sperduto, che non era una fortezza da espugnare, era soltanto un grumo di umanità che mai avrebbe dovuto essere oggetto di una simile feroce distruzione».

 Il presidente Napolitano ha espresso inoltre  parole di ringraziamento nei confronti del presidente Gauck: «Non ho nessun merito per la sua visita, io ho fatto solo da postino, perché quando un mese fa sono andato a Berlino, ho pensato di consegnargli la lettera di Enrico Pieri, ed è stata sufficiente quella perché lui decidesse con assoluta determinazione di venire a Sant’Anna di Stazzema. Direi che da quel giorno, pur sapendo che avevo molti problemi per la situazione in Italia, è stato tenace nel chiedermi l’accordo, l’intesa sul momento, sul giorno in cui venire qui e ci siamo facilmente messi d’accordo e ci troviamo ora insieme. Ed è di grandissimo significato ed importanza, caro Presidente Gauck, che lei sia qui».

Il Capo dello Stato si è quindi rivolto alla popolazione di Sant’Anna di Stazzema: «Voi che avete resistito alla furia di quella terribile strage, che siete sopravvissuti, che avete coltivato la memoria, voi che avete combattuto per la libertà, voi, lo sapete bene, e io lo voglio ripetere come noi italiani siamo fieri della straordinaria prova di volontà appassionata ed eroica di riscatto che offrimmo fra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 con la Resistenza, con il movimento partigiano, con la Guerra di Liberazione, con l’esercito di Liberazione, la prova che offrimmo anche tra queste cime, anche in queste valli nelle condizioni più difficili, e anche sfidando quello che purtroppo venne a scatenarsi contro il popolo di Sant’Anna di Stazzema. Siamo di ciò orgogliosi e fieri ma non dimentichiamo i misfatti del fascismo, le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l’Italia. Non lo dimentichiamo, non lo cancelliamo solo perché siamo riusciti anche a liberarcene in modo straordinario con la Resistenza. Non dimentichiamo le nostre responsabilità storiche, ma guardiamo avanti. Guardiamo avanti onorando innanzitutto il terribile sacrificio delle vittime e mai si potrà dire tutto il merito di coloro che coltivano anche l’omaggio a queste vittime. Guardiamo avanti coltivando e trasmettendo la memoria storica come patrimonio comune».

 

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