TEATRO, A TORINO “LA MODESTIA”

© La Selva
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Grande attesa al al Teatro Carignano di Torino per lo spettacolo La modestia di di Rafael Spregelburd, che andrà in scena martedì 12 marzo 2013, alle ore 19.30. In scena, quattro bravissimi attori: Francesca Ciocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, guidati dalla regia di Luca Ronconi attraverso il molteplice cambio di ruolo e personaggio e nell’alternanza tra le due diverse situazioni sceniche evocate nel testo di Spregelburd. La modestia, coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano, sarà replicato al Carignano per la Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 24 marzo.

Spregelburd, drammaturgo, regista, attore, traduttore, nato nel 1970, è una delle figure più rilevanti e influenti della scena argentina contemporanea, appartenente alla generazione della post-dittatura. Ispirandosi alla pittura grottesca e visionaria della celebre tavola di Hieronymus Bosch, Spregelburd ha raccolto sotto il titolo di Eptalogia sette opere brevi che rappresentano la dissoluzione della morale moderna, così come il quadro di Bosch fotografava la dissoluzione della morale medievale alle soglie di un ancora non definito Umanesimo. I titoli di questi testi designano i sette peccati contemporanei, con una corrispondenza interna, spesso ludica e ghignante, ai peccati tradizionali: L’inappetenza (Lussuria); La stravaganza (Invidia); La modestia (Superbia); La stupidità (Avarizia); Il panico (Accidia); La paranoia (Gola); La cocciutaggine (Ira).

Più che di una sostituzione o trasformazione, sembra trattarsi di una sommatoria, nell’ottica della fusione di spazio e tempo contenuta nella lettura dell’universo propria della teoria della complessità, cui Spregelburd fa amplissimo riferimento: ereditiamo i sette del passato e ne generiamo sette nuovi.

L’interesse di Ronconi si concentra su La modestia. «La commedia – spiega il regista – è enigmatica o ironica, a seconda dell’occhio con cui lo spettatore sceglie di vederla. Spregelburd prevede quattro attori, due coppie, per otto personaggi. La vicenda, una storia di equivoci e di espedienti, si svolge in un unico spazio, che indica due luoghi – e di conseguenza due tempi – diversissimi e lontani: Buenos Aires ai nostri giorni, forse un paese dei Balcani in un tempo passato».

«Colpisce – aggiunge Ronconi – la sensazione di spaesamento che pervade i personaggi: nessuno si sente mai a casa propria, né in senso logistico, né in senso identitario. Il teatro di Spregelburd fa pensare a un certo cinema che abbiamo conosciuto e apprezzato grazie a registi e sceneggiatori come Alessandro Gonzales Iñarritu e Guillermo Arriaga, autori di film come Babel o 21 grammi. Una cifra tipicamente sudamericana ma che ci è divenuta familiare e che viviamo come profondamente contemporanea». La modestia parla della sospensione della nostalgia. Della sete di cambiamento, che nasce dalla sospensione della nostalgia. E della modestia, naturalmente, vista come peccato. Il piacere superbo e colpevole, che nasce dal gesto disperato di cercare di essere un po’ meno di ciò che si è.

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