ADDIO A GORE VIDAL CHE SCANDALIZZÒ L’AMERICA CON UN ROMANZO SULL’OMOSESSUALITÀ

Gore Vidal

Si è spento nella sua casa di Los Angeles, nel pomeriggio del 31 luglio 2012, l’eclettico Gore Vidal: scrittore, saggista, sceneggiatore e drammaturgo statunitense. Aveva 86 anni  e apparteneva alla generazione degli scrittori degli anni ’50. La sua bibliografia è molto lunga, ma impossibile non ricordare tra tutte le sue opere quella che lo ha reso più  famoso, La statua di sale, romanzo del 1948 che suscitò da subito un grandissimo consenso da parte del pubblico e un’enorme serie di opinioni  non proprio positive da parte dei critici statunitensi. Il libro infatti tratta di un amore omosessuale. Gore scandalizzò molto gli americani puritani di quel periodo. Ma il suo, non fu solo il racconto di un giovane omosessuale appartenente alla media borghesia che si innamora del suo migliore amico: il suo libro (molto probabilmente autobiografico) fu il primo di quel periodo a trattare di un argomento così delicato e quasi tabù.

Vidal è morto a causa di una polmonite nella sua casa di Hollywood Hills, ad annunciarne la morte è stato suo nipote. Considerato uno degli intellettuali più critici e avversi alla politica ufficiale degli Stati Uniti  insieme al grande Chomsky. Contemporaneo di Capote  e definito insieme a lui un “enfant terrible”, Vidal non ha  mai smesso  di stupire e rinnovarsi fino all’ultimo giorno della sua vita. Impossibile ricordarlo solo per i suoi romanzi, né solo per i suoi gialli scritti sotto lo pseudonimo di Edgar Box. Lo statunitense non è solo l’uomo dei saggi né il fautore dei pesanti articoli contro Bush circa gli avvenimenti dell’11 settembre 2001.  Tra le tante cose fatte nella sua vita doveroso menzionare la carica a consigliere personale del presidente Kennedy.

Vidal  viene ricordato per essere stato un ottimo sceneggiatore: tra le sue opere più importanti troviamo infatti “Ben Hur” e “Improvvisamente la scorsa estate”.  Appare inoltre in un meraviglioso cameo del film “Roma” di Federico Fellini. Ciò di cui soprattutto noi italiani gli saremo per sempre riconoscenti è la sua passione per la nostra nazione e per la nostra cultura. Per oltre 30 anni, infatti, questo scrittore “senza macchia e senza paura” ha vissuto tra Ravello e Roma con il suo compagno. In questo modo ha potuto a lungo studiare la letteratura classica, dedicandosi in tutto e per tutto  alla scrittura di “Giuliano”, la storia di un imperatore romano del quarto secolo.

Solo dopo la morte del suo amato Howard Austen, scelse di tornare negli USA per vivere in patria gli ultimi anni della sua vita. Un esempio di immensa cultura e di costante e concreto attivismo politico. Oggi il New York Times  lo ricorda così nel suo necrologio: “Il signor Vidal era agli sgoccioli della vita, una figura di Augustea, che credeva di essere l’ultimo di una razza e, probabilmente, aveva ragione”.

Maria Rosaria Piscitelli

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto