LA SUDORAZIONE E I SISTEMI DEODORANTI

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Nei giorni scorsi gli anticicloni Caronte, Minosse e Lucifero ci hanno fatto letteralmente sudare, così ho pensato di trattare un argomento come quello della sudorazione e dei vari sistemi deodoranti esistenti in commercio. In passato per i nostri antenati gli odori corporei avevano un ruolo fondamentale nella comunicazione, essi infatti erano importanti per riconoscersi, nel richiamo sessuale e nel delimitare il territorio di caccia ma, con il passare del tempo hanno via via perso il loro ruolo di comunicatori sociali, passando il testimone ai profumi a cui oggi noi affidiamo parte della comunicazione del nostro corpo. Gli odori corporei si sviluppano dal sudore, questo infatti subisce una veloce degradazione ad opera di enzimi ed agenti batterici, questa degradazione porta alla formazione di sostanze volatili dall’odore sgradevole. D’altro canto la sudorazione è un processo fisiologico che svolge un ruolo fondamentale nella termoregolazione, il meccanismo che consente al nostro organismo di mantenere costante la temperatura corporea, ciò avviene attraverso l’eliminazione dell’acqua. L’eliminazione dell’acqua a sua volta può avvenire attraverso due meccanismi, la perspiratio sensibilis e la perspiratio insensibilis (nota anche come TELW, trans epidermal water loss).

La perspiratio sensibilis, non è altro che il fenomeno della sudorazione, ovvero l’eliminazione dell’acqua dal corpo attraverso la formazione di goccioline di sudore, nella perspiratio insensibilis invece l’acqua viene eliminata sotto forma di vapore, dall’epidermide all’ambiente esterno. La produzione del sudore inoltre è importante in quanto esso prende parte alla formazione del film idrolipidico della nostra pelle, ha proprietà antisettiche e antimicotiche e permette di eliminare le sostanze nocive per il nostro organismo. Il sudore viene prodotto principalmente dalle ghiandole sudoripare eccrine ed apocrine, che sono dislocate in varie zone del nostro organismo, ascelle, fronte, palmi delle mani e dei piedi, regioni inguinali ed anogenitali. Un ruolo determinante nella produzione del cattivo odore è svolto sicuramente dalla flora cutanea saprofita, che è per di più costituita da batteri Gram+, quali lo Staphylococcus xylosus, lo Staphylococcus epidermidis, il Corynebacterium nephredii, il Corynebacterium callunae e tanti altri. L’azione enzimatica dei batteri sulle proteine e sui grassi contenuti nel sudore porta, per quanto riguarda le proteine alla formazione di ammine, ammoniaca, e composti solforati, per quanto riguarda invece i grassi alla formazione di acidi caprilico, butirrico e caprinico, sostanze volatili dall’odore sgradevole. Ora premesso che un’accurata igiene è essenziale per prevenire la macerazione e la proliferazione batterica nel film idrolipidico formato dal sudore e dal sebo, per limitare o eliminare gli odori sgradevoli è oggi nostra consuetudine ricorrere alla deodorazione.

Ora tenendo presenti le cause che sono alla base dello sviluppo del cattivo odore, vi parlerò dei vari sistemi deodoranti in commercio, differenziandoli secondo i vari meccanismi d’azione. Ad esempio i deodoranti contenenti sali di alluminio e zirconio (cloruro e idrossicloruro) agiscono riducendo la sudorazione e vengono indicati comunemente come antitraspiranti. Essi hanno proprietà astringenti, infatti, limitano la produzione di sudore attraverso la formazione di sali insolubili che provocano una progressiva riduzione del diametro dei dotti escretori delle ghiandole sudoripare, inoltre hanno la capacità di acidificare l’ambiente svolgendo un’azione batteriostatica. Il rigonfiamento delle cellule dei dotti secretori, causato dagli antitraspiranti, può provocare stati irritativi, ma non solo, queste sostanze sono state messe sul banco degli imputati come possibile causa di tumori, in quanto per le loro ridotte dimensioni sono facilmente assorbite e con il tempo possono accumularsi nell’organismo, attaccare e danneggiare il nostro DNA. Il mio consiglio è quello di alternare il loro utilizzo con altri sistemi deodoranti e di prediligerli nei mesi estivi quando la produzione di sudore aumenta. Un altro meccanismo deodorante è quello della disinfezione locale.

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Per contrastare l’azione batteriologica ed enzimatica vengono usate sostanze antibatteriche capaci di ridurre la carica microbica locale, queste naturalmente hanno un’azione selettiva nei confronti dei batteri Gram+. L’alcool etilico è talvolta utilizzato a questo scopo, in quanto è in grado di inibire la decomposizione del sudore ed è dotato di potere batteriostatico, può però essere causa di dermatiti irritative ed allergiche, inoltre vi sconsiglio l’utilizzo di prodotti contenenti alcool nel periodo estivo, in quanto in seguito ad esposizione al sole l’alcool può macchiare la cute. Tra gli altri agenti antibatterici, il triclosan , l’ethylexylglicerin, anche noto come octoxyglicerin ed il farnesolo (di origine naturale), sono quelli che vantano un’azione specifica nei confronti della flora cutanea saprofita, ma vengono utilizzati anche antibatterici a più largo spettro come il chlorhexedyne digluconate, l‘hexamidine diisetionate ed il benzalconio cloruro. Questo tipo di prodotto oltre ad essere potenzialmente allergizzante, può causare uno squilibrio della flora batterica favorendo la proliferazione di quella patogena.

Altro tipo di deodorazione è quello messo in atto attraverso il blocco dell’azione enzimatica, in particolar modo quella delle esterasi, gli enzimi utilizzati dai batteri per degradare il sudore. Il capostipite di queste sostanze è il trietilcitrato, da esso per azione degli enzimi batterici si libera acido citrico che abbassando il pH cutaneo inibisce a sua volta l’attività enzimatica stessa. Oltre al trietilcitrato vengono usati acido cetilcitrico, etil lattato e polyglyceryl-3-caprylate. Infine abbiamo il meccanismo che prevede l’adsorbimento degli odori, questo consiste nell’utilizzare sostanze in grado di adsorbire i derivati maleodoranti attraverso la formazione di complessi, tra queste sostanze spiccano i derivati dello zinco, di cui lo zn ricinoleato è il capostipite. Spesso per ottenere un buon risultato nelle deodorazione è possibile ritrovare in un’unica formulazione anche più agenti deodoranti che agiscono con meccanismi diversi.

Molte sono le forme cosmetiche attraverso le quali i deodoranti vengono proposti al consumatore: polveri, atomizzatori (a base di propellenti), vaporizzatori (lozioni e microemulsioni ), roll-on (lozioni, microemulsioni, emulsioni fluide), stick (lipogeli o geli idroglicolici solidi), emulsioni O/A, emulsioni A/O e paste anidre. Ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi e vengono scelte dal consumatore secondo il proprio gusto o seguendo il consiglio delle numerose rèclame. Gli aerosol con propellenti sono gradevoli da impiegare per l’effetto “freschezza”, si distribuiscono bene, ma il forte getto può spesso risultare irritante, inoltre questo tipo di applicazione causa l’inalazione del prodotto, di contro i dispositivi ad aerosol senza propellenti, per intenderci quelli no gas, anche se meno irritanti si distribuiscono sicuramente meno uniformemente. I deodoranti stick sono molto pratici ma di scarsa efficacia a causa della distribuzione non uniforme. I cosiddetti roll-on, forse i più utilizzati, sono caratterizzati da una biglia che scorrendo sulla cute provvede alla distribuzione del prodotto, ma hanno lo svantaggio di inquinarsi molto facilmente, infatti la biglia viene prima a contatto con la pelle ed un attimo dopo reimmersa nel prodotto. Le creme e le emulsioni sono le formulazioni meno aggressive e meglio distribuibili sulla zona da deodorare.

Dopo questa veloce carrellata sui vari sistemi deodoranti in commercio concludo riportandovi una curiosità dal mondo, nella nostra specie esiste una lunga serie di rituali relativi al sudore che dimostrano la funzione comunicativa dell’odore corporeo, quello in uso presso alcune popolazioni australiane mi sembra degno di nota, per queste popolazioni l’atto del saluto prevede che l’individuo che si congeda passi le mani sotto le proprie ascelle e raccolto un po’ di sudore lo distribuisca sui fianchi dell’amico che sta per salutare, è proprio il caso di dire “paese che vai, usanza che trovi”.

Doralda Petrillo

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