Manchester by the Sea: recensione, trailer e trama

Manchester By the Sea si aggiudica due Oscar nel 2017. Uno per il Migliore Attore Protagonista, che va ad un più che convincente Casey Affleck, e uno per la Migliore Sceneggiatura Originale. L’attore, abbracciato e sostenuto dal fratello Ben, ha ricevuto la sua prima statuetta (seconda nomination). «Significa tantissimo per me, grazie. Una delle prime persone che mi ha insegnato a recitare è stato Denzel Washington (anche lui candidato come Miglior Attore per Barriere, di cui era anche regista ndr) e lo incontro per la prima volta», ha detto Affleck che si è complimentato con gli altri concorrenti per la sua categoria e ha ringraziato tutte le persone che hanno lavorato al film, ricordando l’amico Matt Damon, la mamma e il fratello. Vi proponiamo la recensione di Manchester By the Sea. Di seguito anche la trama e il trailer del film.

Manchester by the Sea: recensione, trailer, trama 

Manchester by the Sea è un film sorprendente, è come un pugno allo stomaco, perché il colpo di scena arriva quando meno te lo aspetti lasciandoti senza fiato, inerte di fronte a una vicenda raccapricciante che inchioda lo spettatore allo schermo. Le prime sequenze scorrono lente come del resto la vita di Lee Chandler a Boston, dove lavora come portiere evitando qualsiasi forma di contatto coinvolgente con altre persone, soprattutto con le donne. Sembra abbia problemi relazionali, in realtà poco alla volta, con flashback ben dirottati, si scopre che c’è dell’altro.

 

Manchester by the Sea è un film personale con un substrato corale perché la storia di un uomo s’intreccia con quella di un’intera famiglia, in particolare di Joe (Kyle Chandler), fratello maggiore di Lee, che soffre di insufficienza cardiaca e che, tuttavia, condiziona il protagonista, anche se in positivo, per ridargli una nuova e inaspettata possibilità. La società è messa all’angolo perché, guardando Manchester by the Sea, si ha come la sensazione che, mentre tutti all’esterno ci ignorano e ogni tanto ci giudicano (in realtà siamo noi a condannarci per primi), solo la famiglia e pochissimi amici intimi ci appoggiano e ci rendono il dolore più sopportabile. In una sequenza vediamo, infatti, Lee parlare con gli agenti di polizia. La macchina da presa si ferma per un istante sul padre e sul fratello che lo aspettano con una certa preoccupazione. L’immagine non è casuale. Ed è proprio il dolore, unito al senso di colpa schiacciante, l’asse portante di questo film. A volte capita che per dimenticare (non posso dirvi cosa) ci rifugiamo nell’apatia e in una certa abitudinarietà, con l’intento di annientare mediante il cinismo tutto il male che ci è capitato ed è proprio quello che accade al protagonista, il quale, se da un lato pensa di non meritare più nulla, neanche il perdono dell’ex moglie Randi (una magistrale Michelle Williams) né quello della comunità in cui viveva, dall’altro ha anche paura di soffrire ancora, proprio come Dom Cobb di Inception (2010) e soprattutto Edward Daniels di Shutter Island (2010), entrambi interpretati da Leonardo DiCaprio.

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Manchester by the Sea è il film “delle seconde opportunità”: dopo la morte del fratello, Lee è nominato tutore del nipote ed è costretto a tornare a Manchester, in Massachusetts, andando incontro al suo passato e dandoci così l’occasione di scoprire cosa gli è accaduto. L’originalità di Manchester by the Sea non è tanto, dunque, nella storia quanto nello stile con cui è raccontata e nella straordinaria capacità del regista, Kenneth Lonergan, di rendere percepibile la sofferenza mediante la forza evocativa del Cinema. Il ritmo rallenta, forse anche troppo, ma, penso, solo per farci capire ciò che prova Joe, con garbo e una certa discrezione. Senza il talento di Casey Affleck tutto questo non sarebbe stato possibile! Di seguito il trailer di Manchester by the Sea.

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