Il vino: il significato simbolico dell’uva e della vendemmia

Vi abbiamo già illustrato in un articolo di qualche anno fa le proprietà del vino ma non vi abbiamo parlato del significato simbolico dell’uva, della vendemmia e di questa bevanda cara agli dei. Nell’antichità si usava rappresentare i fenomeni atmosferici, e a volte anche alcuni cibi, sotto forma di divinità che avevano pregi e difetti dell’essere umano, il quale in questo modo esorcizzava per esempio la paura. Prendete il panico, il cui nome viene da Pan, il dio della campagna che pascolava le pecore e che si adirava, urlando a squarciagola, quando qualcuno osava disturbarlo. Quando arrivava il panico, l’uomo dell’antica Grecia apriva le porte a Pan che gli attraversava così il corpo. Era un modo per scaricare tensioni e dare un’immagine a un’energia potente e sconosciuta. Cosa c’entra tutto questo con il vino? Vi starete chiedendo. Ebbene anche il vino aveva una sua energia e una sua divinità associata. Il dio dell’uva e del vino nel mondo greco era Dioniso, mentre nel contesto latino costui assumeva il nome di Bacco. Erano la stessa entità. Nel celebre dipinto di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Bacco è seminudo ed ha un leggero rossore sulle guance, le palpebre sono abbassate un po’, segno che è ubriaco. La prova è nella mano sinistra, dove il dio regge un calice di vino rosso che tende allo spettatore.

Caravaggio, Il Bacco
Caravaggio, Bacco (1596-1597)

Il vino era simbolo del sangue. Usato anche da Gesù per l’Ultima Cena, è nel Cristianesimo sinonimo di vita e, infatti, il succo fermentato dell’uva in quasi tutte le tradizioni è sede simbolica dell’anima. Il sangue rappresenta, anche nella medicina psicosomatica, la vita, la forza, la passione e il calore, ma ha assunto significati ambivalenti. Il sangue è energia, calore, azione, movimento, legame, amicizia. In esso sono racchiusi il principio maschile e femminile: il primo è rappresentato dai globuli rossi e bianchi; il secondo dalla liquidità di questo prezioso organo che ha in sé la capacità di portare sostanze nutritive a tutto l’organismo, proprio come una Madre. Ricordate l’episodio biblico delle nozze di Cana? Sarà proprio la Madonna a invogliare Gesù a compiere il suo primo miracolo proprio con il vino (sangue/vita). L’uva e il suo prezioso succo fermentato hanno tutti questi significati, tanto che si usa dire: “Il vino fa buon sangue”. E, infatti, un recente studio ha dimostrato che i francesi bevendo vino a tavola tengono a bada il colesterolo pur nutrendosi degli stessi alimenti degli americani che invece soffrono molto più d’ipercolesterolemia dei nostri cugini d’oltralpe, a dimostrazione che un bicchiere di vino a tavola fa salute.

E veniamo adesso al rito della vendemmia e al suo significato simbolico. Da piccola, guardavo con particolare interesse mio padre e i miei nonni paterni compiere azioni prodigiose e antiche quando vendemmiavano. Purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista) per la vendemmia si avvalevano di macchinari moderni, ma un tempo, una volta raccolta l’uva, i chicchi erano trasformati in succo tramite la pigiatura effettuata con i piedi. La celebre scena del film “Il Bisbetico Domato” (1980) con Adriano Celentano rende bene l’idea di come veniva eseguita la pigiatura (potete vedere la scena in calce). Rituali di un mondo lontano che tornavano a me in un circolo a spirale. Ogni volta che ci mettiamo a tavola e ci nutriamo dovremmo chiudere gli occhi e ringraziare l’energia vitale che ha portato a noi questi cibi e bevande; compiendo questo rituale non banale e neanche automatico la bellezza s’impossessa della nostra mente acquietandola e predisponendo il corpo ad assumere le sostanze che ci servono per la giornata. La vendemmia cade nel periodo autunnale che nell’antichità coincideva con l’introversione, la discesa agli inferi, il viaggio nell’Ade. La terra si chiude, per ricominciare un nuovo ciclo, ma prima la natura ci dona l’uva e con essa la possibilità di creare il vino. Il movimento della pigiatura fatta con i piedi andava a stimolare il legame concreto con le radici, con l’ambiente, con la realtà. Il piede, infatti, ha un potente significato simbolico perché legato al concetto del cammino e del modo di avanzare nella vita, mentre l’uva, compresa la sua preziosa bevanda, ci prepara al freddo invernale perché è un’incredibile riserva di vitalità. Michael Morelli nel numero di settembre 2016 di Riza Alimentazione Naturale scrive: “Il vino è acqua infuocata, è ardore, è la bevanda degli amanti: contiene il fuoco celeste che ha dato origine al mondo”. L’uva, precisa Morelli, è un frutto magico che ricorda agli uomini come la natura sia dotata di poteri misteriosi, pertanto il vino è in grado di rigenerare la coscienza. Ricordiamocelo quando gustiamo un bicchiere di buon vino rosso o bianco!

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