L’immaginario geometrico di Gianni De Tora

Catalogo della mostra
Catalogo della mostra

Sprofondare nella geometria ha il fascino della perdita. Ma smarrirsi fra linee rette e curve, superfici e volumi, simmetrie e proporzioni, conduce alle fonti della bellezza priva di referenti, alla bellezza in sé. La loro semplicità apparente lascia credere che chiunque possa appropriarsene: basta portare la linea a fare una passeggiata, diceva infatti Paul Klee. Per gli artisti, la geometria è un viaggio concettuale che attraversa l’arte contemporanea ispirando filosofia e scienza, design e moda, attività produttive, pubblicità. Ma soprattutto consente di costruire un mondo sconosciuto.

Sequenza ambientale
Sequenza ambientale

   A Gianni de Tora, attivo a Napoli fino al 2004, maestro dell’immaginario geometrico e protagonista dell’arte italiana dagli Anni Settanta, chiesi se sapeva che le sue forme astratte trasmettevano un  sottile humour, mediante effetti spiazzanti in atmosfere di assoluta serietà. Tant’è, aggiunsi, che pure Mae West, la grande attrice sex symbol del cinema americano della prima metà del ‘900, affermò una volta che la geometria collabora con le donne perché abitua gli uomini allo sguardo basso, a sovrastare le forme, e insegna che la distanza più graziosa tra due punti è la… curva. Lui ironico replicò “non c’è niente di male ad inseguire curve e tutto quello che c’è intorno, solo che non è un gioco da caleidoscopio, come qualche critico va ancora dicendo”. L’astrattismo dell’ultimo trentennio del Novecento non riuscì ad omogeneizzare Gianni De Tora, né i critici ad inglobarlo nelle correnti estreme del pensiero estetico che sottoponeva l’arte al controllo di gelidi intellettualismi. Egli viveva stati emozionali che lo portavano direttamente alla verità delle cose. Così ha operato e ha scritto, libero e coerente fino alla fine.

Quadrato riflesso
Quadrato riflesso

   Torna adesso fra noi la sua opera nella Mostra Territorio indeterminato, che dall’Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli passa in questo novembre negli spazi vanvitelliani della Quadreria della Reggia di Caserta (inaugurazione giovedi 14 novembre), per proseguire a dicembre a Benevento nella trecentesca Rocca dei Rettori e concludersi nel marzo 2014 nella prestigiosa Galleria della Biblioteca Angelica a Roma. A turno verranno esposte opere del periodo astratto-geometrico degli anni ’70, della fase geometrico-segnica degli anni ’80, le istallazioni ambientali e le pittosculture degli anni ’90 e 2000. Tra lavori inediti e noti, i visitatori si troveranno di fronte a composizioni che complicano o sintetizzano idee formali, sperimentano progetti, materiali, segmenti, intersezioni, multipli, gioielli, e raccontano storie di colori in crescendo o in diminuendo, di natura quasi musicale. L’itinerario espositivo in quattro città moltiplica a sua volta questa occasione vivacissima di cultura, da non perdere.

   E’  tanta la letteratura che parla di Gianni De Tora, con testi dei maggiori studiosi di arte italiana contemporanea. Ma quanto più c’è da leggere, di un artista, tanto più io vado a cercarlo nelle tracce del suo modo originale di stare nel mondo, anche al di là dell’arte. Per questo, nel Catalogo della Rassegna Territorio indeterminato ho voluto ricordarlo come persona. Ho scritto fra l’altro che per lui le forme geometriche, benché intrinseche alla realtà che ci circonda, non esistono se non impariamo ad estrarle per ricomporle in modi nuovi, con la fantasia che fa vivere la vita come avventura.

Elio Galasso

 

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