Peppino Mazzotta, dal Commissario Montalbano al film “Anime nere”

Cultura & Culture intervista Peppino Mazzotta, talentuoso e noto attore di teatro, televisione e cinema

Peppino Mazzotta 2Per tutti è Fazio, il fedele e preciso collaboratore del Commissario Montalbano. Peppino Mazzotta è un attore di talento, bravo sul piccolo schermo, a teatro, ed apprezzato nelle scorse settimane anche al cinema con il film “Anime nere”, la prima pellicola italiana presentata quest’anno a Venezia ed accolta alla grande con più di dieci minuti di battimani, mica male…
«Sì davvero tutto molto bello. Sono tornato a Venezia dopo quattro anni con questo film che ha trovato un’accoglienza entusiasmante. Durante la conferenza stampa il giorno della proiezione, i giornalisti in sala ci hanno applaudito, cosa che succede raramente. Sono stati giorni belli, avere dei consensi non può che dare gioia».

“Anime nere” è un film che guarda alla ‘ndrangheta in modo diverso, mantenendosi distante dai soliti clichè.
Avevo letto la sceneggiatura e avevo apprezzato l’approccio dato a questo racconto. E’ un film che parla di ‘ndrangheta ma non è un film sulla ‘ndrangheta, quest’ultima è un contesto dove è stata calata una storia di umanità. Lo sguardo che il regista Francesco Munzi ha dato è da antropologo più che da politico o cineasta. Ci ha chiesto di essere più umani possibile e alla fine forse si esce dal cinema più con una sensazione che con una risposta.

Buona parte della sua popolarità la deve a Fazio, l’ispettore del Commissario Montalbano ma nella sua quotidianità quali parallelismi ci sono con il personaggio che interpreta con successo ormai da 15 anni?
C’è della somiglianza ma anche qualche mancata aderenza. Sono molto metodico e ossessivo come lui, sono una persona intellettualmente onesta, quindi simile a Fazio, poi però ho le mie debolezze e questo fa sì che non ci assomigliamo. Si fa fatica a pensare a tratti comuni o meno comuni, ormai c’e un’ identificazione quasi totale e si finisce per condizionarsi a vicenda. C’è una sovrapposizione delle due personalità.

Anche le repliche più remote del Commissario Montalbano non vanno mai sotto i 10 milioni di spettatori. Si può parlare di un fenomeno televisivo?
“Ormai si è configurato come un vero e proprio fenomeno ed il fatto che le repliche facciano più ascolto delle prime visioni delle altre reti non succede mai. Forse è scattato un affetto nei confronti di questi personaggi e allora la gente vuole stare in loro compagnia. Di questo siamo contenti anche se c’è una sovraesposizone che poi ci fa fare più fatica quando dobbiamo convincere un regista anche sulle nostre qualità, fuori da quei personaggi.

Tra l’altro siete pronti a girare i nuovi episodi il prossimo marzo…
Questa è una notizia ancora non confermata nel senso che c’è l’intenzione della Rai e di chi produce il film, di fare due o quattro romanzi nella primavera prossima ma ancora nulla di ufficiale.

Peppino Mazzotta

In questi anni Andrea Camilleri quanto ha frequentato il set?
Pochissimo. I primi periodi è venuto alcune volte, poi col passare del tempo qualche difficoltà c’è stata perchè malgrado la sua mente sia lucidissima con il corpo c’è qualche piccolo problema. Quando è stato presente sul set lo ha fatto per manifestarci un po’ di affetto.

Peppino Mazzotta, dal commissario Montalbano al film “Anime nere”
A proposito di fenomeni, lei ha lavorato con tanti attori ma cosa ha in più Toni Servillo?
L’esperienza con lui è stata bella e anche formativa. Da Toni ho imparato tante cose, soprattutto la grandissima dedizione per il suo lavoro perchè non si accontenta mai e poi c’è questa straordinaria volontà nell’andare oltre i propri limiti con coraggio e determinazione.

Mazzotta MontalbanoTra le sue esperienze qualche anno fa c’è stato anche un salto nella commedia. Come è andata con Checco Zalone in “Cado dalle nubi”?
Non avevo mai fatto dichiaratamente delle commedie ed ero un pochino preoccupato. Si lavorava tanto ma è stata un’esperienza piacevole e divertente. Mentre giravo non immaginavo quegli incassi che il film ha poi fatto registrare. Sono stato anche sorpreso quando l’ho visto in una sala piena di gente tra tante risate, è stata una bella emozione.

Ormai da anni è diviso tra teatro, piccolo schermo e grande schermo ma qual è la dimensione che sente più sua?
Non ho una vera preferenza perchè alla fine l’approccio è sempre lo stesso anche se poi cambia il mezzo. Al cinema un attore può fare tanto ma quello che fa il regista è determinante per la riuscita mentre a teatro l’attore è il vero padrone, entra e la scena è tutta sua.

Come si è avvicinato al buddismo?
Sono buddista da 24 anni. Ero giovane, incuriosito, alla ricerca di risposte, le cercavo ovunque. Mi sono incrociato con questa filosofia che per certi lati mi assomigliava e così ho iniziato il percorso. Ho trovato una sovrapposizione perfetta tra i principi umanistici del buddismo e quello che faccio. E’ una corrispondenza che continuo ad avere praticando felicemente questa religione”. ,

Ultima domanda: perché ha scelto di vivere a Napoli?

E’ tanto che lavoro a Napoli, città dove vivo da quattro anni. La mia compagna ha preso un lavoro al Teatro Stabile così ci siamo trasferiti da Roma. Conosco molto bene Napoli, ho davvero tanti amici e una vita di relazione altissima.

Emilio Buttaro

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