Ipertensione: il significato psicosomatico di un disagio comune

Il corpo ha un suo linguaggio. Ogni corpo esprime qualcosa di importante e spesso lo fa attraverso disagi che, se non osservati e ascoltati, secondo la Psicosomatica, potrebbero trasformarsi in una vera e propria patologia. Per la Psicosomatica i malesseri sono le parole che l’inconscio usa per parlare di sé.

Nell’editoriale de Il linguaggio segreto degli organi (Riza edizioni) si legge: “L’asma, la psoriasi, la colite o la cefalea sono linguaggi che il nostro corpo usa quando non abbiamo parole per esprimere i disagi che ci abitano ma ci vogliono orecchie capaci di ascoltare quello che il sintomo sta raccontando per attivare la guarigione (…) Anche se il sintomo è cancellato dai farmaci rimane immutato all’interno dell’anima e può ripresentarsi nel tempo e aggravarsi in un ambito più profondo del corpo (…) Gli organi si fanno carico di stati mentali ed emotivi che dal momento che non possono essere espressi dalla coscienza si somatizzano. Chi sta male, sta parlando col linguaggio delle immagini Senza Tempo, del rito, della fiaba e del mito invece che con quelle della razionalità (…)”.

Partendo da questi presupposti cerchiamo di capire cosa si nasconde dietro l’ipertensione, seppur in modo sommario dato che ciascuno di noi è diverso.

Per grandi linee la parola stessa ipertensione evoca un eccesso di tensione. Il sangue è il simbolo di vita, di forza, di passione e di calore. Quindi possiamo dire che i problemi di pressione sono collegati a una carenza di energia (ipotensione) o a un eccesso di controllo (ipertensione).

ipertensione signigicato psicosomatico

Chi cerca di controllare la vita con la razionalità, potrebbe soffrire di ipertensione. Chi però controlla l’energia vitale cosa fa? Quali meccanismi mette in atto? Sicuramente si muove troppo oppure troppo poco e mangia alcuni cibi anziché altri privilegiando alimenti magari salati per appagare i sensi e attenuare alcune emozioni che non si permette di sperimentare nella quotidianità.

Capirete che è tutto collegato e che una pillola non può cancellare ciò che proviamo, perché quell’energia vitale dovrà manifestarsi in altro modo. Cambiare alimentazione, senza agire alla base, è un inizio che seppur importante va comunque integrato con l’ascolto del corpo per carpire il messaggio simbolico che il disagio porta con sé. Il sangue nello specifico è il simbolo dell’amore e dell’amicizia. In esso coesistono il principio maschile (la parte solida come i globuli) e il principio femminile (la parte liquida che contiene come una madre le sostanze nutritive).

Il sangue nell’immaginario collettivo è sinonimo di alleanza e di nascita (accezione positiva) ma anche di morte come gli scenari di guerra e le mestruazioni che sanciscono la fine del vecchio ciclo. Sarà per questo che esprime molto di noi facendosi carico di tutto ciò che non riusciamo a manifestare. L’ipertensione difatti racconta non solo un eccesso di controllo della razionalità sugli istinti e sulle emozioni (la paura?) ma anche una conflittualità nell’espressione dei propri sentimenti. (articolo della dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata ad indirizzo psicosomatico e giornalista pubblicista)

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