Da Kubrick ad Armani: Le nuove bretelle

DouglasQuando Milena Canonero, costumista di Arancia Meccanica, studiò il look di Alex DeLarge e dei suoi Drughi, non esitò ad abbinare alla bombetta nera un paio di bretelle bianche. Le scelse nel colore della purezza, quello del candore, ma rappresentava anche la tonalità più adatta per fotografare una società degenerata, descritta nel copione di Kubrick in questo capolavoro. Le bretelle avevano già conquistato uno spazio “ad honorem” nel guardaroba, ma fu anche il cinema a trasformarle in un accessorio capace di interpretare uno stato sociale, economico, di costume. Già negli Anni 40, John Wayne  li indossava nei suoi film western e qualche decennio dopo, il lavoro dei costumisti del grande schermo fece incuriosire la generazione ribelle degli Anni 60. Erano i tempi della prime minigonne di Mary Quant, delle rivoluzioni sociali, del bisogno di manifestare anche attraverso il look. Via allora ad attingere in un guardaroba fatto di contraddizioni e spunti forti, che più che alla trasgressione puntava all’innovazione. Tornarono così le bretelle fini, nere, quelle che avrebbero originato un’ispirazione un po’ street, punk, gangster. Criminali e bande organizzate nel cinema e nella musica: chi non ricorda il video di Smooth Criminal (1987) con un Michael Jackson in versione completo bianco, cappello e, naturalmente, bretelle? Anche David Bowie si fece sedurre dal loro fascino, facendosi immortalare da Helmut Newton in un ritratto con camicia aperta bianca e sottili bretelle nere. Uomini d’affari, stile Wall Street con Michael Douglas (bretelle larghe a fascia doppia) o spie della regina alla 007 di Daniel Craig in Casino Royale, portarono in auge le bretelle, in tutti i loro generi. Prima di tutto: bretelle anche per le donne. L’ultima collezione di Giorgio Armani presentata a Milano lo scorso febbraio, aveva come fulcro di accessori le bretelle che solcavano le schiene nude, diventando tutt’uno con il gilet e realizzando un’idea di donna che fa del suo lato Garçonne la sua sensualità. Bretelle sottilissime, abbinate a cravatta e a uno stile equestre nell’estate di Hermès: qui si gioca d’eleganza suprema che mescola in modo armonioso un ricordo vintage dal sapore maschile e un taglio classico del top superfemminile. Jeremy Scott ha invece abbinato le bretelle in vernice nera ai suoi look più estrosi fatte di stampe accese-etniche mentre Versace punta alla bretella-monospalla completata da una cintura di piume. Così, quelle bretelle create da Albert Thurston nel 1822 per tenere su i pantaloni lunghi sprovvisti di bottoni divennero, quasi due secoli dopo, un accessorio di lusso. E di assoluta “nuova” tendenza.

Ornella Fontana

Per saperne di più su Ornella Fontana: http://www.culturaeculture.it/author/ornellafontana

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