Luca Carboni, trent’anni di carriera e non sentirli

Luca Carboni
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BOLOGNA – Il fisico non è più bestiale e il pizzetto si è imbiancato, eppure lo stile è sempre quello: abiti casual, occhiali da sole in testa ed espressione quasi disorientata.

A Bologna, la sua città, la festa è tutta per lui e l’occasione è la presentazione di “Fisico & Politico”, il nuovo album che racconta i trent’anni di carriera di Luca Carboni.

“E’ un lavoro speciale – esordisce il cantautore – che non avrei fatto di mia iniziativa perché non sono portato a guardare al passato. Per i vent’anni non avevo fatto niente e stavolta sono stato messo al muro  per un anniversario che secondo molti andava celebrato. Così  ho pensato che sarebbe stato bello vivere un’esperienza nuova con un disco aperto a degli amici come Lorenzo e Cesare ed altri artisti molto diversi da me anche sul piano generazionale”.

L’album contiene dodici brani di cui nove cavalli di battaglia rivisitati in duetto con altri artisti e tre inediti, uno dei quali scritti da Luciano Ligabue. “Mi sono messo a disposizione come interprete in un pezzo che ho scelto io ma che ha scritto lui ed è la prima volta che canto una canzone di un altro cantautore”.

Insieme a Cremonini interpreta “Mare mare”, con Battiato “Silvia lo sai” e poi c’è Tiziano Ferro con “Persone silenziose” e ancora Jovanotti, Samuele Bersani, Elisa, Miguel Bosè, Alice, Biagio Antonacci e persino Fabri Fibra.

“Ringrazio tantissimo tutti gli artisti che mi hanno fatto rivivere queste canzoni come fossero nuove”.

Luca Carboni
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E dalla Feltrinelli di Bologna in pieno centro storico lancia anche un’idea, quella di “fare un evento con tutti loro, un concertone proprio nella città delle Due Torri per riproporre dal vivo i duetti contenuti nell’album. Difficile da realizzare perché molti sono spesso in tour ma sarebbe bello farlo a dicembre. Ci proviamo”.

L’applauso più sentito della serata è però per un altro bolognese illustre. “Non fosse stato per Lucio Dalla che una volta mi registrò la voce e mi disse ‘Canti come De Gregori’, non avrei preso in considerazione l’idea di cantare ciò che scrivevo. Insomma se sono cantante lo devo a lui”.

Emilio Buttaro

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