La guerra dell’Avocado: su Netflix ce la racconta la serie ‘Rotten’

Lo vediamo al supermercato, nel reparto ortofrutticolo. Lui è verde. Dalla sua polpa – che è gradevole alla vista e al palato – si può realizzare una salsa di accompagnamento molto gustosa. Costui è il signor Avocado, anche conosciuto come l’Oro Verde.

Ma cosa c’è dietro il mercato dell’Avocado? E come mai la sua richiesta è crescita a dismisura tanto da diffondersi anche in zone del mondo dove produrlo è praticamente impossibile?

Risponde a queste ed altre domande il primo episodio della seconda serie di documentari Rotten, che potete vedere su Netflix. Si tratta, nello specifico, di una crime series che svela gli scandali e le corruzioni dell’industria alimentare.

La guerra dell’avocado – questo è il titolo dello sconvolgente episodio – fa luce sui retroscena di un sistema economico che crea delle vere e proprie lotte intestine, molto spietate quanto quelle del narcotraffico. Con la differenza che l’Avocado è ritenuto un super cibo e quindi il suo consumo viene promosso da più Fonti.

La guerra dell’Avocado: cosa racconta il primo episodio di ‘Rotten’?

La moda dell’Avocado è nata in California, negli anni Settanta del secolo scorso, quando i produttori hanno finanziato anche degli studi per stabilire quali effetti avesse questo frutto sulla salute.

Il governo statunitense ha, poi, protetto i coltivatori nazionali, impendendo l’importazione degli Avocado dal Messico (il Paese che, per le ottime condizioni climatiche, ha piantagioni più floride e cospicue).

Ma le cose sono cambiate con Bill Clinton e con la firma del NAFTA (l’accordo nordamericano per il libero scambio siglato tra Usa, Canada e Messico).

Dal 1993, infatti, gli Usa hanno aperto a poco a poco le frontiere al mercato di Avocado messicano e questo ha dato ancor più vitalità al settore tanto che in America la Guacamole è lo spuntino prediletto durante le partite del Super Bowl.

Tutto questo, però, se da un lato ha creato nuovi posti di lavoro, dall’altro ha anche favorito i cartelli che hanno cominciato a sequestrare i produttori e le loro famiglie in cambio di denaro.

Rotten Avocado

Sequestri in Messico e la guerra dell’acqua in Cile…

Estorsioni e sequestri sono diventati pane quotidiano in Michoacana, che è lo Stato più violento del Messico dove si concentra la maggiore produzione del Paese. Basti pensare che si calcola che nel 2009 le bande hanno ricavato 150milioni all’anno dall’Avocado.

Oggi è in corso una vera e propria guerra tra i produttori della città di Tancitaro, che hanno creato una milizia, e la criminalità. Il governo purtroppo non riesce a far fronte a questa situazione, anche perché la polizia è corrotta.

L’altro principale Paese produttore è il Cile che esporta soprattutto in Cina. Qui la guerra è per l’acqua. Sembra che ci vogliano, infatti 68 litri di acqua per coltivare un singolo Avocado.

In Cile l’acqua è stata privatizzata nel 1981 e l’accesso ad un bene che dovrebbe essere pubblico è limitato, soprattutto a causa delle grandi coltivazioni.

Inoltre al momento l’acqua scarseggia pure in California, forse per gli effetti del surriscaldamento globale. Le lacrime del produttore di Avocado californiano – che è stato intervistato nel primo episodio della serie – evidenziano quanto il problema sia enorme e di non facile soluzione.

Il documentario si sofferma su questi ed altri aspetti, facendoci capire che l’unica soluzione è il rilascio di una certificazione internazionale che stabilisca un commercio di Avocado equo e solidale. Così com’è stato fatto per il caffè.  

Ridurre la domanda di questo frutto in realtà metterebbe a rischio milioni di posti di lavoro, aumentando i problemi di Paesi molto poveri. Vi consiglio, dunque, di vedere questo documentario per approfondire una tematica che comunque ci riguarda tutti da vicino. (Marica Movie and Books, se ti è piaciuta la recensione seguimi sui social)

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