CIAO MASCHIO, IL CINEMA ITALIANO RITRATTO AL MASCHILE

Kim Rossi Stuart © Adolfo Franzò

La Casa del Cinema – struttura promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio e del Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la direzione artistica di Caterina d’Amico e la gestione di Zètema Progetto Cultura – ospita dal 3 luglio all’11 settembre 2012 la personale fotografica di Adolfo Franzò CIAO MASCHIO, una galleria di 42 immagini in bianco e nero dei protagonisti maschili del cinema italiano degli ultimi anni. L’esposizione è stata precedentemente ospitata “Festival du Film Italien de Villerupt”.

La mostra sarà accompagnata dall’omonima rassegna cinematografica ospitata dal 3 al 6 luglio nella Sala Deluxe e tutti i martedì dal 10 luglio all’11 settembre nel Teatro all’aperto.

«Un po’ per gioco e un po’ per piacere – spiega Franzò – per il titolo di questa mia personale fotografica ho voluto prendere in prestito quello di uno dei film Italiani più noti e celebrati nel mondo, in omaggio al grande maestro Marco Ferreri. La realizzazione della mostra è un mio viaggio fotografico per ritratti, rigorosamente in bianco e nero, attraverso nomi, volti, espressioni, sguardi, movenze, attimi, che sono andati a creare quest’originale ed unica galleria di immagini relative agli attori “maschi” più in evidenza del Cinema Italiano di questi ultimi anni. I vari Favino, Accorsi, Scamarcio, Germano, Rossi Stuart, Bova, Argentero, Boni, Santamaria e via dicendo, in questa mostra rappresentano la generazione più recente ed attuale, affiancati ed accompagnati in un ideale passaggio di testimone dai Buzzanca, Giannini, Bentivoglio, Abatantuono, Fantastichini.

Senza nulla togliere a tutti gli altri, il rappresentante per eccellenza di questa “mascolinità” cinematografica Italiana rimane senza dubbio Lando Buzzanca, indimenticabile e ironico interprete de “Il Merlo Maschio”, che dall’espressione dello sguardo nella foto, mantiene tuttora quell’inimitabile verve maschia meridionale tipica della sua professionalità d’attore. Per contro in tutte le immagini che ho realizzato agli attori della cosiddetta nuova generazione, il fascino e la seduttività dell’essere maschio viene fuori dagli sguardi in una maniera, sì decisa, ma più sottintesa, soffusa, meno ostentata e a volte quasi attonita; come a rifare il verso proprio al titolo di questa mia personale fotografica.

Dal punto di vista tecnico-emotivo, ovviamente ogni singola immagine di questa mostra ha dietro di sé sensazioni, aspetti e ricordi differenti, legati soprattutto al rapporto di complicità e fiducia che si è istintivamente creato con ogni attore al momento degli scatti: chi è stato più ironico, chi più rigido o formale, chi più timido o schivo, chi più vanesio, chi più professionale, chi più sbrigativo, ma comunque tutti infine sedotti dall’irresistibile fascino della macchina fotografica.

Poter radunare questa galleria di nomi in un’unica mostra non è stato compito semplice; ogni singolo ritratto è la scelta finale estrapolata da servizi realizzati durante la mia trentennale carriera di fotografo ritrattista per prestigiosi magazines italiani o stranieri. Ogni singolo servizio da me prodotto, inoltre, è frutto della commistione di decine di email, telefonate, appuntamenti, disdette, nuovi appuntamenti, richieste degli agenti, richieste degli attori, ricerca di location giuste o improvvisate per esigenze di tempo, viaggi, clima e meteo in esterni, stylist e non, truccatori e non, assistenti, assistenti degli assistenti, visione-selezione-scelta-approvazione delle foto …. et voilà, eccoci qui con questa mia personale sul Cinema Italiano ritratto al maschile.

Credo e spero di aver colto in ognuno degli attori qui ritratti la loro più essenziale “maschia” istintività nel posare davanti al mio obiettivo, cercando di farla venir fuori nel miglior modo possibile magari attraverso un semplice sguardo, un’improvvisata postura, un sottinteso movimento della testa, una barba trascurata, una luce giocata ad arte».

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