DA GUERNICA A L’ACROBATA: L’ARTE DI PICASSO

 di Elena Lombardo

L’arte di Picasso è finalmente arrivata a Milano.

Lo scorso 20 settembre 2012 è stata inaugurata, a Palazzo Reale, l’attesissima Mostra dell’artista nativo di Malaga. Pablo Picasso è stato uno degli artisti più rappresentativi del panorama internazionale del secolo scorso. Artista a 360 gradi, ha saputo cogliere gli elementi nuovi del suo tempo, ma è anche stato in grado di reinterpretare il passato. Picasso era anche un artista impegnato politicamente e lo dimostrano chiaramente alcuni tra i suoi dipinti più famosi. La splendida cornice di Palazzo Reale porta a conoscenza del pubblico la vita di Pablo Picasso attraverso le tappe più importanti del suo percorso artistico.

La mostra antologica raccoglie oltre 200 opere: schizzi, disegni, fotografia, testi e dipinti. Il percorso comincia con una serie di vecchie lettere che Picasso scambiò con gli organizzatori dell’esposizione a lui dedicata nel lontano 1953. In quell’anno fu allestita una mostra nella Galleria nazionale d’Arte a Roma e poi venne trasferita a Milano. Le prime due salette ripercorrono la corrispondenza via posta tra l’artista ed Eugenio Reale, Pablo Rossi e così via. Dalle righe di queste lettere, lo stesso Rossi descrive l’importanza del lavoro fatto sull’esibizione del 1953 dove erano stati esposti lavori che lo stesso Picasso aveva prestato. “Non soltanto era stata arricchita di numerose opere degli anni giovanili provenienti da Barcellona e dal Museo d’Arte Occidentale di Mosca, ma presentava un gruppo compatto di grandi dipinti di significato politico e civile, di proprietà dell’artista, dallo stesso Massacro in Corea ai due pannelli La Pace e La Guerra, da Il Carnaio a Guernica, allora in deposito presso il Museum of Art di New York”.

La Mostra 2012 dedicata a Picasso entra poi nel vivo con un’esposizione cronologica delle sue opere. Nella Sala delle Cariatidi torna Guernica, o meglio tutti i disegni e gli schizzi preparatori che furono dipinti da Picasso prima di realizzare l’opera vera e propria. Si tratta per lo più di prove su carta dipinta che servono a testare la gamma di grigio, nero e bianco, triade di colori che poi è stata usata nel vero dipinto e che riesce a rappresentare la forza esplosiva del tema trattato.

Ritorno di Guernica perché l’opera fu accolta per la prima volta in Italia, nel 1953, proprio in questa sala. Inoltre tale disposizione non è casuale anche perché la Sala delle Cariatidi fu costruita nel 1943, nel periodo della Guerra, tema predominante in Guernica.

La rassegna continua poi in una serie di sale più piccole che descrivono periodo dopo periodo l’arte di Picasso. Dopo la Sala delle Cariatidi, si giunge alle opere del Cubismo Analitico, quindi anche al periodo Blu (1901 – 1904) e proprio qui viene esposta Celestina. È uno dei dipinti più rappresentativi del periodo blu, raffigura una donna, probabilmente una prostituta, nella sua ricchezza in quanto donna e nella sua povertà perché sfruttata dalla vita. È il ritratto di una persona misteriosa, che indossa delle perle simbolo di purezza quindi ovvia provocazione da parte dell’artista. Il periodo blu è quello dell’essenzialità, della semplificazione, a cui segue il periodo rosa (1906- 1909) e proto-cubista. L’unico dipinto “rosa” qui presente è I Due Fratelli, dove ci sono legami con il mondo circense e con gli artisti di strada. La maggior parte sono ritratti.

Tra un dipinto e l’altro si notano chiare le influenze al primitivismo di Gaugain, all’arte iberica e catalana e all’arte africana del tempo. Molti di questi dipinti sono degli studi preparatori a Les Demoiselles d’Avignon, opera provocatoria di Picasso che racchiude tutte le influenze e le novità dell’artista in un’unica realizzazione.

C’è spazio anche per il Cubismo Sintetico e quindi, per esempio, Natura morta con sedia, considerata come il primo vero collage dell’arte moderna.

Si arriva poi alla vitalità più evidente di opere quali L’Acrobata, dove i colori malinconici sono solo un ricordo e i richiami sono più vicini ai Minotauri delle lotte antiche. E ancora ai legami con il movimento surrealista, i simpatici Objects Trouvés, creati partendo da oggetti comuni, che lo stesso artista raccoglieva per strada e metteva insieme formando delle opere.

Da qui poi le opere in esposizione raccontano l’impegno politico attivo di Picasso a favore dei repubblicani spagnoli. L’artista utilizza quindi l’arte per testimoniare la storia del suo tempo fino alla parte finale dell’esibizione, dove il tempo pare quello dei bilanci, in cui Picasso reinterpreta grandi tele antiche attraverso un’ispirazione epica.

La Mostra di Picasso è sicuramente interessante, forse alcuni degli ambienti troppo scuri ma, rappresenta un patrimonio artistico che vale la pena di andare a vedere. Picasso sarà ancora a Milano fino al 6 gennaio prossimo.

 

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