Biblioterapia: un libro per il benessere psicofisico

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Chi di noi non ha sperimentato, almeno una volta nel corso della vita, gli effetti benefici, quasi catartici, che una buona lettura procura al nostro “io” più intimo? Chi non ha mai considerato un buon libro un fido compagno di viaggio, capace di veicolare e dar voce alle più recondite emozioni dell’anima, che spesso non siamo in grado di esprimere, di esternare? I libri del resto possono costituire mondi “altri” che ci consentono di vivere, distaccandocene, situazioni e sensazioni analoghe al nostro vissuto o da esso completamente dissimili, imponendoci nel contempo un profondo scandaglio interiore, che diventa un prendere coscienza di sé. Proprio questo è l’obiettivo principe che si prefigge la biblioterapia, vedendo nel libro e nella lettura non solo dei validi strumenti di conoscenza, ma anche di salute.

     La biblioterapia è una pratica che affonda le proprie radici nel mondo anglo-americano. Messa a punto negli Stati Uniti nel corso degli anni Trenta del XX secolo su impulso dello psichiatra William Menninger, questa prassi, una tecnica integrata ampiamente adottata in psicoterapia in diversi Paesi del mondo (Stati Uniti e Inghilterra in primis), favorisce il benessere psicologico e fisico, attraverso la lettura di libri scelti, che aiutino l’individuo nell’elaborazione di contenuti cognitivi ed emotivi. Essa prevede un duplice approccio: da un lato la biblioterapia è un vero e proprio percorso terapeutico ed è intesa come un supporto alle tecniche psicologiche per la cura di problemi psichici di diversa entità; dall’altro lato questo metodo si configura come un ottimo strumento di auto-aiuto per distendersi dagli affanni del vivere quotidiano, imparare ad esplorare il proprio spazio interiore e sviluppare efficaci doti di problem solving. La biblioterapia oggi va definendo sempre più chiaramente la fisionomia che le è propria, i metodi e gli strumenti per le finalità che si propone; essa è da intendersi come un processo interattivo che muove dalla lettura per sfociare nella riflessione e nel cambiamento personale a sostegno della salute psicofisica dell’individuo, attraverso l’ausilio di un conduttore, sia esso uno psicoterapeuta, uno psicologo, un medico, un operatore della formazione o un educatore.

     Leggere è dunque un antidoto per prendersi cura di sé al meglio; i libri, da buoni amici, regalano benessere, donano conforto, ci consegnano a realtà che sono in grado di catalizzare la nostra attenzione e accendere la nostra fantasia, consentendoci di prospettare nuove possibilità per noi stessi. Leggere è, oltre che cultura e diletto, un’impareggiabile medicina per debellare i malanni della vita. Leggere è imparare, ma è anche migliorarsi, rinnovarsi, promuoversi e crescere, nonché guarire nel corpo e nello spirito.

Amanda Bianchi

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