Opinioni

L’Occidente e il rifiuto del Dolore

@Alexander Raths-Fotolia.com
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Quando soffrono, le persone accusano in genere gli altri o loro stesse per il fardello che sono costrette a sopportare. Rinnegano ciò che provano in genere facendo uso di pillole per guarire dalla depressione o dall’ansia. Eppure, quando arriva la felicità, anziché assaporarla attimo per attimo, loro ritornano nel dolore, forse perché temono che quei momenti di Luce possano svanire di colpo proprio come sono arrivati. La Medicina Occidentale ha trovato un nome e di conseguenza una pillola per ogni Stato Mentale, dimenticando che tutte le emozioni, anche quelle che noi definiamo negative, sono il sale della vita. Senza di esse, uomini e donne sarebbero degli automi, privi dell’energia universale che si trova in ogni cosa. Definiamo anormale ciò che invece è naturale. Nel film per la Tv  “Un solo desiderio” (2010), diretto da Felix R. Limardo, il protagonista Jake Wylie chiede all’Angelo – che vuole ricompensarlo per aver salvato una bambina da un brutto incidente – di non far soffrire mai più sua figlia, Molly. Lui è disposto a prendersi ogni dolore della figlia. Il desiderio di Jake viene esaudito e la vita di Molly si trasforma in un inferno. La ragazza non prova più nulla: i dolori fisici e interiori svaniscono, come anche la capacità di gioire. Molly è un robot che non soffre per l’amica morente o per non poter fare il saggio di danza.

Il dolore ravvivava la ragazza, facendole apprezzare anche i momenti più belli che la vita inaspettatamente le riservava. Il film rende benissimo l’idea di quello che ci potrebbe capitare se la nostra esistenza fosse priva di emozioni anche negative. La sofferenza è tremenda, fa male, ma, se essa viene trasformata e non si cronicizza, ci mantiene vivi, facendoci affrontare le sfide con la fiducia di chi sa che dietro ogni nuvola splende il sole.

m.i. 

 

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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