Il corpo: fermati e ascolta il suo linguaggio, ecco come si fa!

Il corpo ha un suo linguaggio. Esso è una fucina di emozioni e, se ascoltato, può farci capire molto di noi e di quello che desideriamo veramente. Ci sono sentimenti che ci ostiniamo a rifiutare. Esistono nello specifico delle condizioni che ci inchiodano e ci immobilizzano, rendendoci inerti, incapaci di reagire, forse perché abbiamo paura di provare tristezza, angoscia, panico e disperazione, eppure questi stati d’animo, se non rinnegati, possono condurci a casa, cioè nel giardino fiorito della nostra essenza più profonda.

La vita è a volte un’eterna lotta tra quello che l’anima desidera e il nostro sistema di credenze ci impone. Quest’ultimo è inculcato dallo schema sociale e genitoriale che si ripete costantemente. Per uscirne bisogna diventare consapevoli di ciò che ci blocca e far diventare conscio ciò che è inconscio. Poi è indispensabile modificare lo schema con l’ausilio di esperti e tramite esercizi riabilitativi come la respirazione diaframmatica per esempio. Ma spesso siamo sordi al linguaggio del corpo perché i ritmi quotidiani sono fin troppo frenetici e ci impediscono di ascoltare veramente. Cosa ci accade nel quotidiano?

corpo linguaggio

Veloci come il vento (tanto per citare il film che ha fatto vincere a Stefano Accorsi il David di Donatello come migliore attore) calchiamo l’onda dimenticando di tendere l’orecchio verso il nostro corpo per comprenderne il proprio specifico linguaggio. Utilizziamo, quindi, i social e i gruppi Whatsapp come una sorta di finestra sul mondo quando in realtà tutta la nostra anima vorrebbe un contatto umano bypassando lo schermo di un Pc, di un Tablet o di un iPhone. Chiusi nelle nostre case e nelle nostre misere esistenze, può capitare che ci illudiamo di essere al centro di tutto dimenticando che siamo un puntino molto piccolo in uno spazio tanto grande che chiamiamo Vita, di cui noi facciamo parte.

Per nutrircene sarebbe opportuno che abbracciassimo il flusso vitale lasciandoci andare. In  modo da coglierne la bellezza acuendo i nostri cinque sensi e stabilendo un contatto con ciò che non vediamo. Internet è uno strumento molto valido se usato con parsimonia, ma quando diventa l’unico contatto con l’esterno allora si trasforma in una prigione per il nostro corpo. Può anche succedere che usiamo il web per creare uno spartiacque tra noi e gli altri, come per proteggerci dalle reazioni più viscerali altrui e soprattutto dalle nostre emozioni primordiali che creano tensione in noi. Eppure, accogliendo i lati ombra e beneficiando della nostra luce riusciamo a vivere in modo più autentico.

Tutte le persone hanno fame d’amore. A chi non fa piacere ricevere conforto tramite magari una carezza in un momento difficile? Internet non ci permette di ricevere e neanche di dare amore. I contatti visivi, uditivi, olfattivi e tattili al contrario (se sono salutari) ci rafforzano irrobustendo il nostro sistema immunitario, come hanno evidenziato alcune ricerche scientifiche sapientemente illustrate in uno dei capitoli del libro La grande via. Un aiuto ci arriva anche dal Cinema.

Il protagonista del film Her, Theodore Twombly, è un uomo solo che vive in uno comunità dove i rapporti umani vengono tenuti in vita tramite congegni tecnologici. Theodore – interpretato da Joaquin Phoenix – si innamora del proprio sistema operativo che ha una voce femminile e che lui chiama Samantha. Il protagonista di Her rifiuta qualsiasi rapporto umano. Vi consiglio di vedere questa pellicola perché esemplifica quanto ho scritto in questo articolo. Dunque, la tecnologia va bene ma a patto che essa non gestisca le nostre esistenze rafforzando gli schemi mentali più deleteri e facendoci diventare degli automi. Il web rischia di atrofizzare il nostro spazio interno proprio come i ritmi frenetici che ci ostiniamo a perseguire magari per non ascoltarci veramente. Il corpo, tramite un suo specifico linguaggio, ha tuttavia tanto da raccontarci. Basta fermarsi un attimo ad ascoltare…

corpo

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