The Greatest Showman: recensione del musical

Guardando il musical, The Greatest Showman, ripenso più volte al viaggio dell’eroe. Ripenso ad Ulisse ma anche a Dante Alighieri che nel mezzo del cammino della vita si ritrova in una selva oscura e, per ritrovare la via smarrita, compie un percorso di crescita e consapevolezza nell’oltretomba, nei tre regni, dalle tenebre e fiamme infernali alle stelle del firmamento. Il viaggio dell’eroe è pieno di successi e cadute che conducono all’illuminazione. Cosa c’entra tutto questo con il musical? Ti chiederai. C’entra molto perché il personaggio principale è un eroe dei nostri tempi che, per la smania di successo, dimentica ciò che è veramente importante.

The Greatest Showman recensione

Potrei, dunque, definire senza esagerazioni The Greatest Showman un musical di formazione, con una caratteristica in più: la capacità di ammaliare lo spettatore. Sì, perché il film è uno show a tutto tondo, con un cast esilarante. Il protagonista è P. T. Barnum (personaggio realmente esistito e qui interpretato da un carismatico e più che convincente Hugh Jackman) che si innamora della ricca Charity (Michelle Williams), alla quale promette una vita agiata. Per mantenere la promessa Barnum crea il circo ma non riesce, nonostante il successo di pubblico, ad attirare i consensi dell’alta società e della critica che snobba i suoi spettacoli, nei quali unisce le diversità dando la possibilità agli emarginati della società (molti di loro diversamente abili) di avere una seconda chance. Barnum, accecato dal desiderio di rivalsa, decide di seguire in tour la cantante Jenny Lind (Rebecca Ferguson). Il suo alter ego? Phillip Carlyle (Zac Efron), che lascia la bella vita e i riconoscimenti guadagnati per diventare socio di Barnum.

The Greatest Showman recensione

The Greatest Showman è un musical accattivante e dalla forte carica emotiva che convince e fa riflettere perché Barnum può essere ciascuno di noi. La vita ti fa cadere ma una mente flessibile come l’acqua argina gli ostacoli trasformandoli in grandi opportunità di crescita. L’importante è mantenerci saldi nei principi senza dimenticare la missione e senza farci accecare da un ego sproporzionato che, se non calibrato, può condurci nel baratro! Un plauso al regista, Michael Gracey, e ai compositori Justin Paul e Benj Pasek, autori anche delle canzoni di La La Land, il musical pluripremiato agli Oscar 2016.

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