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Ecco il nonno scatenato di Robert De Niro. Recensione della commedia

Nonno scatenato tra i film più visti di Netflix

Nonno scatenato, il simpatico film con Robert De Niro, è tra le pellicole più viste di Netflix in questo inizio d’estate 2022. La commedia si trova anche su Prime Video in abbonamento, su YouTube, Google Play Film ed Apple Tv. Il lungometraggio uscì al Cinema nel 2016.

Recensione del film

Nonno scatenato diverte grazie soprattutto all’inconfondibile mimica facciale di De Niro, sempre più a suo agio in questi ruoli. La commedia non brilla però per inventiva; si tratta per lo più di una comicità viscerale.

La prima sequenza si apre con il più triste degli eventi: un funerale. Proprio durante il rito funebre, si vede Jason (Zac Efron) – nipote della defunta – discutere con l’acida e insensibile fidanzata. Al centro della diatriba?

Il colore della cravatta che il ragazzo dovrà indossare a una festa organizzata poco prima delle sue nozze. La morte viene così sdrammatizzata perché si mescola con le frivolezze della vita creando un’atmosfera che diventa sempre più goliardica quando compare, con un ingresso trionfale, il marito della donna scomparsa.

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Trama e considerazioni finali

Si chiama Dick (Robert De Niro) ed è il nonno scatenato che trascina il giovane sposo in Florida, precisamente a Daytona, tra feste da sballo, alcol e momenti di totale follia in stile Una notte da Leoni. La commedia, con battute piccanti, senza veli o doppi sensi, regala istanti di spensieratezza, facendoci riflettere ma solo vagamente verso il finale sulla necessità di condurre un’esistenza più vera e, quindi, più in linea con i nostri bisogni.

Il film ci riporta con la mente a un altro personaggio, sempre interpretato da De Niro, meno appassionato e verace di Dick ma ugualmente fiero e deciso. Vedovo e solo, Ben Whittaker de Lo stagista inaspettato decide di rimettersi in pista proprio come fa questo nonnetto sui generis che, per supportare il nipote nella complicata arte di vivere, si finge ciò che non è, riappropriandosi della propria identità agli occhi di suo figlio che gli rimprovera di non «aver mai fatto il padre».

Diretto da Dan Mazer, questa commedia non eccelle e si tinge di banalità in molte, forse troppe, gags tuttavia mantiene alta l’attenzione della platea per merito dell’ottimo cast. Se lo hai visto e ti è piaciuto, ti consigliamo di vedere Single ma non troppo, simile per stile e genere. Di seguito il trailer della commedia oggetto di questa recensione. Maria Ianniciello

Questo articolo è stato scritto il 14 aprile 2016 ed è stato aggiornato il 22 giugno 2022, ore 10.30

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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