Ci manca Totò di Stefano Benni

Ci manca Totò (2012) di e con Stefano Benni, musiche dal vivo di Fausto Mesolella, Teatro Bibiena Sant’Agata Bolognese 24/3/2012

 

ci mancaAbbiamo visto il nuovo spettacolo di Stefano Benni, Ci manca Totò, con le musiche dal vivo di Fausto Mesolella. Fame, politica, amore, dolore, satira, violenza, dolcezza, sofferenza, tradizione, innovazione: è tutto questo Totò, è molto di più. Poesia, e prosa. Musica, e silenzi. Tutto questo si alterna nello spettacolo che Stefano Benni ha ideato, scritto, e interpretato in questa stagione teatrale, dove Totò manca come mancano le favole che ascoltavamo da piccoli, la fantasia non fine a sé stessa, e soprattutto non (de)finita, l’invenzione genuina, il fascino della fantasia esatta. Tratto da Mi manca Totò, poesia che apparve sulla rivista di Goffredo Fofi Lo Straniero (N.78/79 del dicembre 2006/gennaio 2007) lo spettacolo è un musical a due voci, quella di Stefano Benni, show-man che qui oltre che autore e comico è anche cantante ed attore, e quella del cantautore Fausto Mesolella, che alterna quel che resta della Piccola Orchestra Avion Travel, ai Festival di Sanremo, all’attività di autore, a questi spettacoli, con la completezza del musicista irrequieto. Ennesimo partner musicale di Benni, dopo i sodalizi teatrali con il trombettista Paolo Fresu, il musicista Paolo Damiani, il pianista Umberto Petrin. Non è lo spettacolo di uno scrittore: ma è il reading musicale di un attore, che esordì in queste vesti negli anni’70, prima ancora che come scrittore, e che tornò in scena come comico nel 1981, e poi, come scrittore che diventa autore che si ricorda di saper essere attore, negli anni’90. Totò è evocato più volte: nell’esordio, che riporta in teatro le emozioni di Che cosa sono le nuvole?, cortometraggio con Totò (e Franco e Ciccio, e Domenico Modugno) di Pier Paolo Pasolini, ma anche canzone di Pasolini e Modugno; nei riferimenti intertestuali (Siamo Uomini o Caporali?, uno dei pochi film sceneggiati ed ideati da Totò), e nel finale, quel tormentone Ci manca Totò in cui la satira affronta ossessivamente i reality show (o sciò?), «il commediante che in tv mi legge Dante», i comici che scelgono la via più facile per la risata condivisa e del compenso più grande (ma il riferimento a Benigni si fermerà al primo elemento?), fotocopie sbiadite di una genuinità anarchica, colta e popolare, istintiva come era la satira di Totò: il tutto scandito con un tormentone ossessivo, di un’idea di comicità e letteratura alternativa «al festivallo, allo Strega ed al campiallo». Le poesie (la maggior parte tratte da Le Beatrici, 2011, edito da Feltrinelli) si metamorfosano in canzoni grazie a Mesolella: La canzone dell’amor respinto, dedicata a Van Gogh, è l’acme di chi quando ama sanguina, e tra amare e far ridere non c’è molta differenza. I gatti è una delle dimostrazioni che l’intrattenimento può avere un’anima, mentre in uno dei testi inediti ci si chiede, in una società contemporanea dissociata da sé stessa, se sia meglio Silvio, o Totò Riina (ma non è lui il Totò che manca del titolo, questo è poco ma sicuro). Nessun riferimento a Beppe Grillo, di cui Stefano Benni oltre che a rimanere amico, è stato autore, nonché responsabile del passaggio alla satira politica, qualche allusione a Gasparri e Bersani, lasciati all’improvvisazione, perché nel testo non c’è bisogno dei politici, ma di noi cittadini, umani, che soffriamo, amiamo, e non offriamo agli altri la speranza di saperlo. Direzione Tecnica del consueto Fabio Vignaroli. Nei camerini, intravista la comica Brenda Lodigiani, che nel 2013 debutterà a teatro proprio con Benni in un merlologo scritto da lui; cosa sia non si sa ma promette bene, e sempre meglio che un pirlologo: ce ne sono pure troppi in giro.

 

Daniel Agami

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