Imprenditoria femminile, Natalia Levinte: Io, mamma, che creo corsi per i genitori

Imprenditoria femminile: un binomio che si è fatto sempre più forte negli anni e che vogliamo imparare a conoscere mediante i volti delle donne che si mettono in prima linea, senza paura ma con coraggio, costanza, dedizione.

Il nostro viaggio nel mondo dell’imprenditoria al femminile italiana ed europea comincia con Natalia Levinte, imprenditrice digitale che vive in Austria ma che si rivolge ad un target di mamme italiane. Natalia – come scrive sul sito Nextmamma – è di Torino, ha una bambina di tre anni ma vive in Austria. La sua è una carriera fatta di sacrifici, dedizione e soprattutto studio: ha una Laurea in Lettere, parla sei lingue e oggi, dopo aver svolto diversi lavori, crea corsi online per genitori, in modo particolare per le mamme. Natalia, però, guarda alla maternità in modo diverso e unico per la rete, sicuramente fuori dai molti cliché che ingabbiano tante donne. Ma scopriamo di più sul suo lavoro e sulle sue idee sulla maternità.  

Imprenditoria femminile: intervista a Natalia Levinte

Ciao Natalia, come nasce Nextmamma?

Nextmamma è la Scuola di corsi online per donne incinte e mamme. L’idea per i corsi è nata durante la mia gravidanza. Ero a Vienna, non conoscevo nessuno, se non mio marito, e non ho trovato un corso di accompagnamento alla nascita online. C’erano corsi online in inglese, in tedesco, ma non in italiano. Sempre durante la gravidanza ho avuto la fortuna di conoscere un’ostetrica italiana, qui a Vienna. Con lei ho creato un corso preparto digitale e aperto un Blog. Dopo un anno però abbiamo deciso di interrompere la nostra collaborazione e andare ognuna per la sua strada. È così che ho fondato Nextmamma e ho iniziato a produrre diversi corsi online con diversi esperti.

Qual è l’obiettivo di questo progetto?

L’obiettivo è semplice: fornire alle future mamme e alle neo-mamme le informazioni sulla gravidanza, parto e maternità in comodi corsi online. Le donne così hanno delle risorse sicure e possono usufruirne da qualunque posto e in qualunque momento.

Quali sono le iniziative che stai portando avanti con Nextmamma?

Ho molti progetti e molte idee ma non ne parlo se non sono ancora state realizzate. Per ora mi dedico ai corsi, al mio profilo su Instagram (@natalia_levinte) e al mio Podcast appena sfornato.

imprenditoria femminile

Ci parli del Podcast. Ho ascoltato alcune puntate. Mi sono piaciute, complimenti…

Grazie, sì. Il podcast L’Ora delle Mamme è mio progetto più recente. L’ho lanciato la settimana scorsa e devo dire che è stato accolto con molto affetto! Nel podcast tratto dei temi legati alla maternità in maniera onesta e senza peli sulla lingua. Faccio riflessioni personali sull’essere mamma, ma intervisto anche autrici, ostetriche e psicologhe per confrontarmi con loro. Mi piace come strumento per diffondere il mio messaggio di emancipazione delle mamme e credo che abbia molto potenziale in Italia in questo momento.

Riesci a fare un bilancio dell’attuale situazione delle mamme italiane e in generale europee? Come siamo messe?

Io vivo in Austria e non riesco a fare un paragone tra l’Austria o Vienna, la città dove vivo, e l’Italia. C’è però da dire che io ho avuto mia figlia qui, non ho mai vissuto da mamma in Italia quindi tenetelo a mente. In ogni caso penso che ci sia ancora tanto lavoro da fare in tutto il mondo e in Italia in particolare. C’è una vera discriminazione nei confronti delle madri nel nostro Paese. Le madri non hanno diritti ma hanno tantissimi doveri e non solo di fronte ai figli ma di fronte a tutta la società. Purtroppo, e credimi mi duole ammetterlo, l’Italia non è un Paese per le mamme. E tocca in un certo senso anche noi, donne giovani e madri, combattere per i nostri diritti, per il rispetto, per gli aiuti statali, ecc.

imprenditoria femminile

Coronavirus e lavoro/imprenditoria femminile. Ti ho seguita di recente nelle storie di Instagram. Perché pensi che a pagare il prezzo più alto di questa emergenza saranno soprattutto le mamme che lavorano fuori (e dentro casa)?

Perché con la chiusura degli asili e delle scuole l’istruzione e la cura dei bambini è tornata ad essere responsabilità solo dei genitori. Purtroppo in Italia i padri, che si occupano in maniera paritaria dei figli e della casa sono ancora pochi, e quindi le donne si trovano a dover gestire casa, pasti, figli e a volte anche le lezioni online da sole o quasi. Se non ci saranno provvedimenti dall’alto, molte madri saranno costrette a licenziarsi o non saranno in grado di svolgere il proprio lavoro in maniera soddisfacente da casa (a causa dei troppi impegni) e saranno costrette a pagare questa emergenza a prezzo altissimo.

Com’è la situazione in fatto di emancipazione e quindi imprenditoria femminile in Austria?

Non ho abbastanza dati per rispondere a questa domanda in maniera oggettiva, espongo quindi solo un’opinione in base alla mia esperienza. A Vienna, nella città dove vivo, la qualità del welfare è tale che anche una madre single con un lavoro umile può avere una vita più che dignitosa. Ci sono asili e nidi che costano pochissimo; se una donna scegliesse di studiare, l’università è gratuita e ci sono nidi presso le sedi universitarie. Il congedo di maternità dura dai 6 ai 36 mesi (a scelta dell’interessata) e anche chi non ha mai lavorato un solo giorno in Austria ha diritto ai Kinderbetreungsgeld. Si tratta di 16mila euro a bambino per l’adulto che se ne prende cura il primo anno (o anni). Non sto dicendo che non ci siano problemi in questo Paese, ma le famiglie ricevono molto aiuto e questo rende tutta la popolazione femminile più emancipata.

Cosa pensi si debba e si possa fare a livello sociale e politico per le mamme?

Aiutarle a riuscire a coniugare il lavoro e gli impegni familiari e introdurre delle politiche più paritarie; non è accettabile che in Italia ai padri spetti solo una settimana di congedo. Non possiamo parlare di emancipazione femminile se non diamo ai padri la possibilità di stare con i figli già da subito quando il rapporto ha bisogno di tempo per svilupparsi.

Cos’è per te l’istinto materno? E’ innato oppure pensi che arrivi col tempo?

Io non credo nell’istinto materno. Quello che nella nostra società viene chiamato istinto materno è una mera romanticizzazione dell’atto dell’accudimento di un figlio. Sono tutte fantasie che nascono dall’idealizzazione della maternità. Il sentimento di attaccamento tra madre e figlio ha poco di romantico invece; si crea nel tempo con la dedizione, con la fatica, con il quotidiano. Non è un istinto, che necessariamente nasce dal primo momento che conosci tuo figlio, è un processo, più ti ci dedichi e più ti senti innamorata e attaccata a quella personcina.

Come può una mamma riuscire a prendere del tempo per sé?

Decidendo che è una necessità e comunicandolo ai suoi cari. Io non devo nemmeno più dirlo a mio marito che per me passare del tempo da sola è un bisogno, lui lo sa e di solito non devo chiederlo due volte. Io ho bisogno di tempo per pensare, stare e fare le cose in solitudine e me l’organizzo, sempre, caschi il mondo! È una mia priorità e la prendo molto sul serio non come ultima cosa da fare se resta del tempo.

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