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La mia Vita senza iPhone: riappaiono le Lucciole

La mia vita senza iPhone, premessa – Ero distratta. Forse troppo. Lui, il mio iPhone, è caduto per terra da un’altezza indefinita e comunque elevata, mentre prendevo la posta (non elettronica, ahimè si usa ancora) dalla cassetta del mio studio. Il vetro si è frantumato, letteralmente, ed io non ho battuto ciglio. Anzi, ho provato quasi un senso di liberazione, come se la Vita fosse troppe breve e imprevedibile per potermi arrabbiare. «Uno stupido cellulare non può rovinarmi la giornata», mi sono detta e proprio in quel momento le mie orecchie si meravigliavano della frase appena pronunciata. Stentavo a riconoscermi. E la mia mente cominciava a chiedersi i motivi di tanta indifferenza. «Sarà il percorso di Naturopatia, sarà che ho appena letto della morte di un centauro di 23 anni e quindi tutto mi sembra così effimero. Sarà…. Sarà…».

Tutto il mio essere si stava meravigliando per una reazione così insolita perché sono la stessa persona che un anno fa ebbe il coraggio di chiedere a uno sconosciuto, che camminava per strada, di farle fare una telefonata. Avevo lasciato l’iPhone accidentalmente nell’auto di mio marito. Dovevo seguire un’importante conferenza stampa a Roma e lui si era allontanato per svolgere altre incombenze, all’oscuro di tutto! Trovai la scusa che mi serviva il telefono per fare alcune fotografie e prendere appunti. Era una mezza verità perché senza quell’aggeggio mi sentivo smarrita, come privata dell’ossigeno. Ne avevo bisogno più dell’acqua stessa – che intanto cominciava a mancare – perché stavo percorrendo due chilometri a piedi per recuperare l’oggetto della mia ansia e della mia frustrazione.

Insomma, dipendiamo o meglio io dipendo molto dall’iPhone. In particolare ho la sindrome di WhatApp, una malattia acuta che si manifesta a tutte le ore del giorno, in particolare la mattina in bagno 😉  Ecco, ci risiamo! Mi mancano gli emoticon. Ad ogni modo, quando l’IPhone è caduto ho provato una strana sensazione di leggerezza. Mi sono attivata per farlo aggiustare, ho messo la piccola SIM in un cellulare di vecchia generazione giusto per scrupolo! Tanto alla fine le telefonate sono roba di altri tempi, come anche gli SMS. Vanno ancora di moda invece le e-mail, dove chi mi cerca per lavoro mi trova sicuramente. Dovrà aspettare massimo un giorno per ricevere una risposta perché mi connetto solo tramite computer e, quindi, a lavoro! I miei orari lavorativi sono flessibili, perché ogni cosa che mi accade è oggetto d’ispirazione. E allora ho deciso – nonostante mi abbiano assicurato che il cellulare sarà presto a mia disposizione – di continuare questo momento di ‘osservazione’ per vedere come procede la mia vita senza iPhone. L’esperimento durerà quindici giorni, dal 5 giugno al 19 giugno, nell’arco dei quali vi racconterò come si evolve la mia quotidianità e soprattutto se riesco a stare senza WhatApp!

La mia vita senza iPhone

La mia vita senza iPhone. Primo giorno: la Comparsa delle Lucciole!

Il primo giorno è stato alquanto sorprendente. Innanzitutto il tempo passato in bagno si è accorciato considerevolmente e poi ho potuto fare cose che non facevo da tempo. Per esempio ieri sera se n’è andata la corrente elettrica per qualche minuto. Ero sul divano intenta a guardare la Tv quando si è verificato l’inatteso blackout. Io vivo in campagna. Sono uscita fuori per verificare che l’elettricità fosse andata via ovunque, nella zona, e ciò che ho visto è stato a dir poco magico. Nel buio c’erano tante luci ad intermittenza regolare. Erano le lucciole. Non ne avevo mai viste così tante. Allora ho chiamato mio marito e insieme a Laila, il mio cane, ci siamo messi a camminare per il giardino. Noi tre e la Natura! La Luna stava facendo capolino e sembrava che il firmamento fosse sceso in terra: le Lucciole erano come tante stelle. A centinaia, una accanto all’altra!

Uno spettacolo della Natura che avrei voluto immortalare ma non avevo con me l’iPhone e, quindi, mi sono concentrata sul momento presente dando la possibilità ai miei occhi di vedere senza il ‘filtraggio’ di uno schermo asettico e artificiale. Ciò che è accaduto mi ha riportato indietro nel tempo, agli anni dell’infanzia e poi ho rivissuto gli istanti incredibili di una notte trascorsa sul Gran Canyon, dove il cielo stellato e la Terra si uniscono in un abbraccio di sensualità e tenerezza. Ero assorta. Poi stamattina, mentre bevevo la mia tisana alla Malva, ho deciso di portare avanti questo esperimento per raccontarvi su Cultura & Culture come si vive senza un’iphone connettendosi con il computer in alcuni momenti precisi della giornata e solo per condividere un articolo o un pensiero! Si vive bene, devo dire! A prestissimo 😉

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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