Il Femminicidio? Attenzione a come educate i vostri figli

“(…) Ma perché gli uomini che nascono

Sono figli delle donne

Ma non sono come noi (…)”

 

  femminicidioCantava Mia Martini con rabbia. Un canto di disperazione che termina con un perché… con una domanda che mi sono posta anch’io tante volte, senza trovare fino a qualche giorno fa una risposta convincente: ma perché le donne non educano i loro figli, maschi e femmine, alla parità di genere? Perché non si riesce a trasmettere ai bambini il rispetto per le loro coetanee, e per l’altro sesso in generale, e a insegnare alle bambine ad amarsi veramente? Eppure la risposta è semplice, fin troppo direi. Per educare un bambino al rispetto e all’amore, bisogna avere gli strumenti giusti. Come si può dare qualcosa che non si ha? Come possono una madre e un padre infondere nei figli fiducia e sentimenti altruistici se loro stessi sono stati educati all’egoismo e alla disparità di genere? Faccio un esempio. Anna e Davide sono sposati da vent’anni e hanno due figli, Angelo di 14 anni e Francesca di 16. Il ragazzo va a scuola, esce con gli amici e non svolge alcuna mansione domestica; la ragazza invece, oltre a studiare, deve anche aiutare la mamma nelle faccende di casa e, a differenza del fratello, non può far tardi la sera. Come cresceranno Angelo e Francesca, secondo voi? Sicuramente Angelo avrà il modello femminile di riferimento inculcatogli dalla madre. Nella sua testa creerà un identikit della sua donna perfetta: una persona che dovrà servirlo e riverirlo, nella cattiva e nella buona sorte, in salute e in malattia. Una donna zerbino. In sintesi. Francesca al contrario maturerà l’idea che per ricevere amore bisogna esaudire le richieste del partner: stirargli le camicie, preparargli da mangiare, tenere pulita la casa e, se le risorse non dovessero bastare (ma solo se), magari cercare un lavoro fuori dalle pareti domestiche. Nessun sogno e nessun’altra aspirazione oltre a quella di avere dei figli e un marito da accudire proprio come se fosse un bambino. Care amiche, non fraintendetemi; non c’è nulla di male nel fare la casalinga, se è quello che desiderate ardentemente, ma se per caso avete altri sogni non lasciatevi tarpare le ali dalle convinzioni limitanti, nate sulle fondamenta di un’educazione sbagliata. E soprattutto scegliete con calma e attenzione il vostro compagno, perché la vita è una e non ci viene offerta una seconda chance. Sprecarla è un crimine che commettete prima di tutto verso voi stesse. Inoltre, se avete dei figli, insegnate loro il rispetto per se stessi e per il prossimo anche mediante piccoli gesti. A volte basta poco per migliorare una società che tende a spettacolarizzare la violenza. Noi donne possiamo evitare, nel nostro piccolo, altri episodi di femminicidio. Insegniamo il rispetto nelle nostre case, con l’esempio…

Partiamo da qui!

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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