Fare il passo più lungo della gamba: è controproducente o forse no?

Fare il passo più lungo della gamba: trovo molto interessante questa affermazione perché se analizzata attentamente essa nasconde dei significati stimolanti e profondi. Questo modo di dire in generale viene usato per indicare quelle azioni e quei comportamenti che spingono le persone ad andare oltre le proprie energie.

Andare oltre i propri limiti significa spesso uscire dalla propria zona di confort, cioè da quelle abitudini che frenano la creatività e non aiutano l’essere umano ad evolversi. Significa scoprire nuove cose e comprendere aspetti di noi stessi che non conoscevamo.

Quindi, che cosa c’è di sbagliato nel fare il passo più lungo della gamba? La risposta è molto semplice: l’innaturalezza, sì perché così come il piede, quando si allunga oltre la gamba, va contro natura, allo stesso modo, tutte le volte in cui i nostri comportamenti e le nostre azioni non rispecchiano ciò che siamo, stiamo andando contro natura; stiamo remando contro la corrente invece di farci trasportare dalla stessa.

Non vi è nulla di sbagliato nel prendere decisioni diverse da quelli degli altri, non vi è nulla di sbagliato nel fare cose nuove, ciò che è sbagliato è compiere gesta che non seguono il nostro cuore ma che invece dipendano da altri fattori. Si pensa erroneamente che tutte le volte in cui nella vita qualcosa va storto è perché la nostra scelta sia andata al di là delle nostre capacità e questo secondo il mio punto di vista è completamente errato.

Si dice di aver fatto il passo più lungo della gamba quando ci si è buttati in una relazione a capofitto e quest’ultima ci ha provocato dolore, quando si fanno investimenti sbagliati, quando si decide di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi ad altro e le cose sembrano non muoversi come previsto.

In tutte queste azioni non vi è assolutamente nulla di scorretto purché rispecchiano la nostra indole; vanno solo presi degli accorgimenti utili nel momento in cui decidiamo di agire ma solo l’esperienza ci può aiutare in tal senso. Diverso è quando le nostre scelte provengono da fuori di noi e non da dentro di noi: in questi casi infatti a spingerci all’azione non è l’entusiasmo oppure la passione, che sono sempre generati dalla nostra anima, bensì il senso di rivalsa e la volontà di dimostrare il proprio valore o di conformarsi al contesto. Sono tutte quelle azioni troppo ragionate, che trascurano la parte più profonda di noi che è la più saggia.

Allora, come fare per capire quando si sta andando nella direzione giusta nonostante le difficoltà e quando invece il percorso intrapreso non fa per noi? A questa domanda non vi è una risposta precisa, perché non esiste casualità nella vita di nessuno e tutto quello che capita è un’esperienza che per qualche ragione serve alla nostra evoluzione.fare il passo più lungo della gamba

L’unico modo che abbiamo per orientarci è imparare a sentire cosa le emozioni ci vogliono indicare, senza dare spiegazioni e nemmeno cercando di capire perché una cosa sia accaduta. I malesseri sono i migliori alleati in questi casi; la parola ‘malessere’ sta ad indicare il male dell’essere e sono proprio questi disagi che ci possono aiutare ad orientarci.

Quando questi segnali arrivano significa che stiamo trascurando qualcosa del nostro essere, non vuol dire che dobbiamo cambiare tutto della nostra vita, questo è tipico dell’ego, ma che stiamo ignorando i segnali dell’anima.

La vita a volte ci può apparire come una portata che, per quanto ricca di sostanze nutrienti, sembra che manchi di qualcosa; non va sostituita perché a volte basta anche un pizzico di sale per renderla più saporita; la stessa cosa succede nella nostra esistenza, a volte vorremmo cambiare tutto quando basterebbe aggiungere un pizzico di qualcosa per farla diventare più luminosa.

In conclusione fare il passo più lungo della gamba a volte è utile per capire di cosa realmente abbiamo bisogno, ci consente di sintonizzarci con il nostro sentire interiore, non è qualcosa da condannare o da cui fuggire ma di cui far tesoro per ritrovare il giusto cammino. (di Carmine Caso)

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