Turismo estivo, l’Italia piace (ancora) ai Tedeschi

Turismo estivo in Italia? Il solstizio d’estate si avvicina e con esso anche l’ingresso della stagione più calda dell’anno. L’instabilità metereologica tuttavia disorienta quanti stanno programmando le loro vacanze, come i fatti di cronaca internazionali e legati soprattutto al terrorismo, ecco perché saranno molti gli italiani che quest’anno sceglieranno le coste e le montagne del Bel Paese. Il Turismo in Italia è un giro di affari che dà lavoro a oltre un milione di persone. Federalberghi con una nota diffonde alcuni dati. La stima, elaborata su dati Istat non definitivi, si riferisce all’anno 2015.

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Si calcola che dal 2010 al 2015 c’è stato un aumento della presenza straniera in Italia, per quanto concerne il Turismo, nel periodo da giugno a settembre, del 24 per cento, con quasi 28milioni d’ingressi.  La nazione con più arrivi è la Germania (I tedeschi amano soprattutto le spiagge italiane), al secondo della graduatoria troviamo gli Stati Uniti, al terzo la Francia, al quarto il Regno Unito e al quinto l’Austria. La Cina si piazza al sesto posto, anticipata dai Paesi Bassi e seguita dalla Russia. La presenta italiana, sempre nel 2015, è aumentata del 3 per cento, con 27milioni di connazionali vacanzieri.

Sono le regioni del Centro e del Nord a contribuire di più all’economia turistica estiva; al primo posto si classifica la Lombardia, al secondo il Veneto, poi il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Campania e a seguire le altre regioni. La regione con più dipendenti impegnati nel settore del Turismo estivo è la Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Il picco è ad agosto. I lavoratori dipendenti sono impegnati principalmente nel settore ricettivo, con 316mila dipendenti in estate; seguono i pubblici servizi, l’intermediazione, gli stabilimenti termali e i parchi. A esprimere la propria soddisfazione è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che dice: «Siamo ottimisti e contenti dell’appeal che il nostro Paese esercita nel mondo, anche se siamo tuttavia consapevoli dei sacrifici che gli italiani sono stati costretti a fare».

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