Intervista ai The Kolors in concerto a Milano

the kolorsE alla fine anche Milano si è inginocchiata al fenomeno The Kolors. Il concerto andato in scena ieri sera all’Estathè Market Sound ha fatto registrare l’ennesimo sold out della band capitanata da Stash Fiordispino. Dopo la vittoria di Amici 14 e il triplo platino ottenuto con l’album d’esordio “Out” (Baraonda/Artist First), la corsa trionfale del trio electro-rock prosegue con “The Kolors Live 2015”, un tour esplosivo che sta infiammando tutta Italia. Il concerto di Milano ha dimostrato ancora una volta la potenza e la qualità di The Kolors, ottimi musicisti, straordinari performer e coraggiosi sperimentatori di suoni. Durante il live, venti canzoni tra pezzi originali estratti dal disco e alcune cover, Stash e compagni hanno miscelato con precisione e gusto melodie e generi differenti, percorrendo in un solo brano anche trenta anni di storia della musica. the-kolors-concerto-milanoDall’elettronica anni Ottanta, passando per il rock più duro e graffiante dei Novanta, fino al pop e alla dance del nuovo Millennio, The Kolors amano giocare con le note, tra istinto e intelligenza, senza mai perdere di vista il percorso fatto fino ad oggi. Una crescita costante, un lavoro di ricerca e di studio approfondito, che ha portato i tre giovani ragazzi di Napoli a viaggiare e a conoscere artisti e gruppi da cui poi trarre ispirazione per comporre le proprie canzoni. Ieri sera (15 luglio 2015), sul palco di Milano, The Kolors hanno raccolto i frutti di tanta gavetta, ricevendo l’abbraccio affettuoso e gli applausi di migliaia di persone di ogni età.

the kolors concerto

Durante il concerto all’Estathè Market Sound la band italiana più amata del momento ha proposto molte delle canzoni con le quali ha convinto e conquistato pubblico e critica ad Amici, dalla super hit “Everytime” (colonna sonora dello spot Vodafone con Bruce Willis) a “Realize”, singolo realizzato in coppia con Elisa, coach dell’ultima edizione del talent di Maria De Filippi. E poi “Love”, “Keep on smiling”, “Twisting” e “Great Escape”, un’esplosione di pura energia che dal palco ha investito platea e palchi del festival. Non sono mancate le cover, come “Shout” dei Tear For Fears, un cavallo di battaglia per The Kolors, “Pompeii” dei Bastille, “Radio Gaga” dei Queen (una delle band di riferimento di Stash) e “Il mondo” di Jimmy Fontana, unico pezzo in italiano (davvero emozionante sentirlo cantare in coro da tutto il pubblico, soprattutto dai ragazzini). Tutti a ballare sulle note di “Maniac”, altra canzone ripescata dal passato e rimessa a nuovo da The Kolors. Splendida “Why don’t you love me”, struggente “I’m sorry”. The Kolors hanno chiuso un concerto intenso e ricco di sorprese, un viaggio durato circa un’ora e mezza e che ci ha permesso di sognare e di divertirci, facendoci sentire per un attimo a Londra e, perché no, anche a Seattle e a New York.

Intervista ai The Kolors che dicono: «Siamo gli stessi di un tempo, quelli di quattro spettatori a serata»

Ad assistere allo spettacolo offerto da Stash, Alex e Daniele, anche Kekko dei Modà, con noi in tribuna vip all’Estathè Market Sound. «I Modà sono stati tra i primi ad assistere a un nostro concerto – ci rivela Stash durante il nostro incontro dopo il live di Milano –. Ricordo una serata nello storico locale Le Scimmie, sui Navigli. Credo fosse il 2010. A parte Kekko e il resto della band non c’era nessuno a sentirci! E ora ci troviamo qui, con un tour sold out e migliaia di persone sotto il palco». I tre ragazzi ci accolgono nel backstage, in una stanza un po’ buia e molto calda. Le telecamere di Mediaset immortalano l’incontro di The Kolors con i giornalisti, per uno speciale che vedremo prossimamente in onda in televisione. the-kolors-intervista«Siamo un po’ stanchi ma davvero felici. Ancora non riusciamo a credere al successo ottenuto. La situazione che stiamo vivendo è surreale! – ci confessa Stash, sorridente e pienamente soddisfatto –. Dobbiamo molto ad Amici perché ci ha insegnato tanto senza mai chiederci di cambiare. Siamo rimasti gli stessi musicisti degli inizi, quelli da cinque-dieci spettatori a serata. Il talent ci ha permesso di farci conoscere al grande pubblico, è stata una vetrina straordinaria. Dopo aver bussato alla porta di tante case discografiche, dopo aver ricevuto tanti no, questo è un sogno che si realizza. E pensare che le major dicevano che non potevamo cantare in inglese perché in Italia non avremmo mai fatto strada. Volevano costringerci a cantare in italiano». E invece eccoli qui, da mesi in testa alle classifiche, con un album in inglese che ha già venduto 150mila copie. Ma qual è il segreto dell’incredibile successo di The Kolors? «Paragoniamo la musica ai colori primari, partiamo ispirandoci alle nostre icone che sono Queen, Led Zeppelin, Michael Jackson, Pink Floyd, Depeche Mode, solo per citarne alcuni. Prendiamo i loro suoni per poi contaminarli con melodie contemporanee, mixandoli con la modernità – spiegano The Kolors – Non siamo una boyband pop, alla Backstreet Boys, per intenderci, e non vogliamo esserlo. Non per disprezzo, ma semplicemente perché siamo altro. Ci stiamo muovendo in un’altra direzione. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare le persone giuste: non è vero che ci sono solo orchi e discografici cattivi. Come non è vero che il talent ti snatura. Lo consigliamo ai giovani emergenti. Tentate anche la via dei talent. Noi siamo stati e siamo liberi di fare ciò che vogliamo, come lo vogliamo». Prossimi progetti di The Kolors? «Tra una data del tour e l’altra, appena abbiamo due giorni off, scappiamo a Londra, città nella quale abbiamo scoperto tanti artisti e generi musicali – dichiarano i tre – Per noi è una grande fonte di ispirazione, andiamo sempre alla ricerca di tendenze e di nuove idee». Sicuramente per un nuovo grande disco, perché The Kolors non intendono fermarsi, non si accontentano dei risultati già ottenuti. Con l’umiltà e la simpatia che li contraddistinguono, con l’originalità e la bellezza delle loro canzoni, la band è pronta a stupire ancora, magari strizzando l’occhio proprio all’estero, a quei Paesi a cui devono parte della loro creatività e sensibilità artistica. «Il qui e ora” di cui parla Osho nei suoi libri, lo stiamo vivendo adesso. E’ un periodo felice, inebriante, che, speriamo, duri il più possibile».

 

Silvia Marchetti

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