Serena Autieri è sciantosa a teatro, la recensione

Serena Autieri si è esibita al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino il 27 e il 28 dicembre 2014, nell’ambito della rassegna “ReD”. La recensione dello spettacolo. 

Serena Autieri teatroC’è tutta Napoli in “La sciantosa. Ho scelto un nome eccentrico”, lo spettacolo teatrale di Serena Autieri, scritto da Vincenzo Incenzo e diretto da Gino Landi. C’è la Napoli che piange, che ride, che soffre e che si diverte sotto il sole cocente. C’è il rosso del fuoco vesuviano e il blu notte del mare, le cui onde accarezzano la costa sotto la luna piena. C’è la musica e c’è una voce, forte e potente. E` quella di Serena Autieri che si veste da sciantosa, ricordando una sciantosa un po’ diversa eppure così autentica per via della sua fisicità robusta, delle sue forme rotonde e morbide come il burro, della sua passionalità. Serena Autieri impersona Elvira Donnaromma restituendo al pubblico del Teatro Carlo Gesualdo di Avellino, che applaude incantato, l’arte di questa piccola grande donna, ultimo simbolo dei cafè chantant, quei locali che tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento si diffusero a Napoli, in un’atmosfera di grande fermento culturale. Serena Autieri, con i suoi fantastici costumi e una scenografia di forte impatto emotivo, ci fa rivivere quel periodo mediante il repertorio della musica classica napoletana. Canzoni come I’ te vurria vasà, La reginella e Comme facette mammeta ci divertono e ci emozionano.

La platea, in visibilio, si alza in piedi ed è coinvolta dalla talentuosa attrice partenopea che crea un climax di emozioni e risate che si fa sempre più intenso con “a’ mossa”. Serena è acclamata in Irpinia, perché è al contempo spontanea e professionale, sensuale e allegra. Ciò che colpisce però è la sua voce, oltre che il suo portamento.

Serena Autieri sciantosa

Canta con passione per quasi due ore, alternando note, parole e danza. Mentre un mimo, come un folletto, si materializza sulla scena regalandoci sensazioni sopite dalla frenesia del ritmo convulso delle nostre vite cadenzate dalla modernità. Serena Autieri entra sul palco vestendo i panni di Pulcinella, «la maschera più comica, più bella, quella che ha fatto ridere tutto il mondo».

La canzone, che però, più di tutte mi scuote il cuore è “Chiove”, un pezzo risalente al 1923. Un brano che rinvigorisce lo spirito perché parla d’amore e d’abbandono, di rinuncia e di sacrificio. «(…) Chi sì’? Tu sì’ ‘a canaria! Chi sì’? Tu sì’ ll’Ammore…Tu sì’ ll’Ammore, ca, pure quanno more, canta canzone nove», dice l’Autieri sulle note del Quintetto Popolare Italiano. L’attrice ad Avellino deve concedere non il bis ma addirittura il tris ottenendo una lunga standing ovation perché di fronte al talento non si può far altro che inchinarsi o applaudire…

Maria Ianniciello

Serena Autieri: “La sciantosa. Ho scelto un nome eccentrico”

Spettacolo scritto da Vincenzo Incenzo e diretto da Gino Landi

I costumi sono di Monica Celestre

Con Serena Autieri in scena il Quintetto Popolare Italiano e Alessandro Urso

Lighting design a cura di Valerio Tiberi

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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