Se mi lasci non vale: il nuovo film di Vincenzo Salemme

Se mi lasci non vale è uno dei migliori film di Vincenzo Salemme che porta al cinema il meglio della napoletanità. La città partenopea diventa così un teatro a cielo aperto, dove l’uomo comune è in balia di una miriade di emozioni, come la gelosia e la collera, che alimentano il desiderio di vendetta, da cui nasce la farsa. La Scuola di Eduardo De Filippo, profondo conoscitore dell’animo umano, è insita nel carattere dei singoli personaggi che, nonostante siano espressione dei vizi e delle virtù della società contemporanea, conservano saggezza e umiltà facendo un passo indietro all’occorrenza. L’equivoco, su cui si regge tutto il film, rimette le cose a posto e conferisce una nuova vitalità ai due protagonisti, ingrigiti dalle pene d’amore. Le vicende si sviluppano in un’atmosfera giocosa e ironica sulla scia della grande tradizione teatrale di stampo partenopeo.

L’Eros, con le sue molteplici sfumature, fa da collante tra le storie individuali, diventando l’asse portante di tutto il lungometraggio come già era accaduto in altre pellicole di Salemme regista, quali per esempio “Amore a prima svista” (1999) o prima ancora “L’amico del cuore” (1998), sempre con Carlo Buccirosso, che veste i panni spesso di personaggi cinici, a volte istrionici, comunque sempre ai limiti del grottesco. Se mi lasci non vale è una commedia divertente, nella quale si intravede anche un po’ di Roma, città adottiva di Salemme, grazie alla presenza di Paolo Calabresi nel ruolo di un suo omonimo, un quarantenne che vive ancora con il padre e che è stato lasciato dalla fidanzata Federica (Tosca D’Aquino) quando incontra casualmente Vincenzo (Salemme), mollato a sua volta da Sara (Serena Autieri), vegetariana che crede nelle coincidenze. Quest’ultimo convince Paolo ad architettare un piano per vendicarsi delle due ex con l’aiuto di un teatrante (Carlo Buccirosso).

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Le gags hanno inizio e il cinema riflette sul ruolo dell’attore, spesso sottoposto a tensioni emotive, nevrosi e momenti di sconforto. Dopotutto la Settima Arte ha raccontato tante volte se stessa con pellicole sia italiane sia americane. Ultimo quel capolavoro che è “Birdman” (2014), con Michael Keaton nelle vesti di un attore che ha perso fama e fascino finendo così nell’oblio. La farsa in Se mi lasci non vale crea, dunque, il suo doppio con semplicità facendoci capire che a volte non tutto il male vien per nuocere e che dietro la tempesta si nasconde sempre il sereno. Ed ecco il trailer.

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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