PROVINCE: ECCO COSA CAMBIA CON IL NUOVO DECRETO

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Sta per arrivare la nuova cartina geografica dell’Italia, che conterà 36 province in meno rispetto alle attuali 86, per le sole Regioni a Statuto Ordinario. Sono escluse, invece, le Regioni e Statuto Speciale. Il taglio arriverà con un decreto legge all’esame del primo Consiglio dei ministri di novembre e metterà insieme le proposte che stanno arrivando in queste ore dalle Regioni. Nessuna deroga rispetto ai parametri stabiliti dalla legge per lo spending review: le Province che hanno meno di 350 mila abitanti o un’estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpate con quelle vicine. Non ce la fa, quindi, Benevento che ha invocato la «storia del territorio sannita», e neppure Rovigo, che parlava di «peculiarità del Polesine».

Il processo di accorpamento inizierà dalla fine di giugno 2013 con il commissariamento di tutte province, anche quelle non interessate ai tagli. Toccherà, quindi, al Commissario curare la transizione verso il nuovo regime, per evitare ripensamenti e dietrofront dovuti alle promesse dei politici in campagna elettorale. Resta da decidere solo se il commissario sarà esterno, nominato dal prefetto, o se il ruolo verrà affidato al presidente uscente della Provincia.

Al momento la seconda ipotesi appare la più probabile per cercare di venire incontro alle richieste e alle esigenze della cittadinanza. In Basilicata, che si troverà ad avere una sola provincia, si vorrebbe spostare il capoluogo a Matera lasciando a Potenza gli uffici regionali; una proposta che potrebbe essere accolta. Durante il processo di accorpamento verranno ascoltate anche questure e prefetture in modo da garantire una presenza concreta dello Stato sul territorio. A preoccupare anche la sorte dei dipendenti provinciali che, assicura il Governo, non verranno licenziati ma potrebbero essere trasferiti, anche in accordo con i sindacati.

Cambia anche la legge elettorale. I consiglieri potrebbero essere eletti non più dai cittadini ma dai consiglieri comunali. A giorni, comunque, si pronuncerà la Corte costituzionale che chiarirà la modalità del voto. L’intento della riforma è introdurre voti ponderati che permettano ai Comuni grandi di avere maggiore peso rispetto ai piccoli Comuni.

Guarda la mappa delle nuove Province

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