Otello al Globe Theatre di Roma incanta e stupisce

©Marco Borrelli - Nelle foto, da sinistra a destra: Otello, gruppo con Doge e Otello, Desdemona, Emilia (Proietti) e Iago
©Marco Borrelli – Nelle foto, da sinistra a destra: Otello, gruppo con Doge e Otello, Desdemona, Emilia (Proietti) e Iago

Ha un grande pregio Otello, spettacolo messo in scena in quel luogo magico che è il Globe Theatre di Roma, a Villa Borghese, splendido teatro elisabettiano. Lo si evince sin dall’inizio, grazie all’idea (una delle tante) del regista Marco Carniti che fa entrare uno ad uno tutti i protagonisti della tragedia shakespeariana e li dispone, faccia al pubblico, seduti ad un lungo scranno, come fossero testimoni citati in giudizio. Testimoni non solo degli eventi che di lì a poco prenderanno vita senza tradire il fantastico testo del Bardo, ma del male che abita in noi, nessuno escluso. L’introduzione della pièce, suggestiva, poderosa, è ancor più chiara nel suo intento quando ogni personaggio torna dietro le quinte. Ognuno, vestito con gli abiti di scena a metà, indossa una t-shirt nera che sul retro ha ben stampata la scritta “Io sono Othello” e, uscendo momentaneamente dal palco, si pulisce le mani sul velo bianco, sporcandolo, che ricopre la figura imponente del Moro. E sì, perché se qualcuno ancora avesse dei dubbi, il nero dell’abisso è dentro ognuno di noi, personaggi e spettatori. Questo è il grande messaggio della tragedia forse più amata di tutti i tempi.

©Marco Borrelli
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Il tarlo del dubbio, chi non ne ha uno (?), la fragilità umana di fronte a questo dèmone di cui Iago (strepitosa l’interpretazione di Fogacci) è il diabolico traghettatore. E allora il colore della pelle diventa superfluo, se tutti siamo neri, dentro. Dobbiamo stare attenti a non cedere spazio al lato oscuro, questo il monito. Ma quel che colpisce di questo spettacolo, in scena fino al 20 settembre, è equamente diviso tra la regia e le recitazioni dei protagonisti. L’Otello, messo in scena al Globe Theatre, è un allestimento originale, moderno nel suo adattamento, ma che vivaddio non violenta il meraviglioso testo di Shakespare (qui nella traduzione di Vittorio Gassman), dona un fascino dark, guarda il caso, con la scenografia metallica (di Fabiana Di Marco) costituita da catene, inferriate, sbarre, cancelli che, soprattutto nella seconda parte, risulta estremamente significativa, andando ad isolare e chiudere, a stritolare in una via senza uscita le singole scene e i suoi protagonisti. Se Iago è la mente genialmente perversa, il grande burattinaio della storia, il freddo politico che trama per riconquistare la sua centralità ai danni di Cassio e del Moro, il suo piano diverrà la trappola da cui verrà annientato anch’esso. I movimenti scenici perfetti sul grande palco, permettono al pubblico di godere appieno delle tre ore di spettacolo offerto, di cui non si perde un attimo grazie al ritmo serratisimmo imposto. Bellissime anche alcune scelte registiche, una su tutte quella per rappresentare la tempesta che sbaraglia la flotta turca.

©Marco Borrelli
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Con un velo bianco si possono fare meraviglie! Con le luci altrettanto. L’altro aspetto meritevole, come accennato, riguarda le interpretazioni. Ancora oggi i testi di Shakespare inducono qualcuno a recitazioni tronfie, stucchevolmente pompose. Qui non accade e si possono apprezzare la fluidità del testo, l’assoluta credibilità dei personaggi, con la leggerezza necessaria che prepara il pubblico alla tragedia finale. Ma, soprattutto, la sconvolgente attualità della pièce. Maurizio Donadoni è un Otello straordinario, possente, ma che lascia intravedere la fragilità davanti all’amore per la sua Desdemona, lui soldato non abituato alle dolcezze dei sentimenti, che crolla, si autodistrugge nel momento in cui non si riconosce più, roso dall’azione incessante della gelosia provocata da Iago, subdolo suggeritore. “Non esiste l’uomo senza il dubbio. Non esiste il dubbio senza l’uomo”. Maria Chiara Centorami è perfetta nella parte di Desdemona, riuscendo ad esprimere, aldilà della sua evidente bellezza, il candore della sposa del Generale, la sua ingenuità nei confronti del male. Gigi Palla abile nel rendere grottesco, quasi comico, il personaggio di Roderigo, anche lui frustrato dall’amore nascosto per Desdemona e facile preda del cinismo di Iago. Carlotta Proietti, nel ruolo di Emilia, è toccante e realistica nelle invettive contro la stoltezza di Othello e la malvagità di suo marito Iago. Non si può dimenticare la breve (come da testo) apparizione di Brabanzio, padre di Desdemona, interpretato dall’incisivo Nicola D’Eramo con tutta la passione e la drammaticità di un genitore tradito nelle sue aspettative.

©Marco Borrelli
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Ma tutti, nessuno escluso, compreso l’intervento lirico di David Barittoni (autore anche delle musiche) che apre e chiude la tragedia suggestivamente, fino ad una sorprendente Antonella Civale nei panni di Bianca, amante di Cassio, di Gimelli Morosini in quelli di Ludovico, di Simone Bobini nel Doge e di Nicola Ciaffoni nel ruolo di Montano, sono meritevoli di elogio. Riuscire a rendere godibile e appassionante uno spettacolo di tre ore non è da tutti. Rappresentazione poderosa, consigliata vivamente, soprattutto a chi ancora pensa che il teatro classico sia noioso. Lunga vita al Globe Theatre. Voto: [usr 4.5]

Paolo Leone

*****

Otello. Roma, Silvano Toti Globe Theatre. Dal 3 al 20 settembre. Politeama Srl presenta: Othello. Regia di Marco Carniti. Traduzione di Vittorio Gassman. Interpreti (in ordine alfabetico): Simone Bobini (Doge-Graziano); Maria Chiara Centorami (Desdemona); Nicola Ciaffoni (Montano – I° senatore); Antonella Civale (Bianca); Nicola D’Eramo (Brabanzio); Maurizio Donadoni (Otello); Gianluigi Fogacci (Iago); Sebastian Gimelli Morosini (Ludovico); Massimo Nicolini (Cassio); Gigi Palla (Roderigo); Carlotta Proietti (Emilia). Scene di Fabiana Di Marco; Costumi di Maria Filippi; Musiche originali di David Barittoni; Consulente musicale Adamo Lorenzetti.

Si ringrazia l’ufficio stampa Zètema Progetto Cultura nella persona di Giusi Alessio.

 

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