MESSI IN SALVO I CANI BEAGLE DI GREEN HILL

Tutti liberi! I 2639 cani beagle di Green Hill – l’allevamento di animali per la vivisezione di Montichiari (Brescia), i cui cani il 18 luglio scorso sono stati posti sotto sequestro probatorio – sono stati tutti messi in salvo con le ultime operazioni di affidamento che si sono concluse questa settimana per gli ultimi nati: lo hanno annunciato LAV e Legambiente, custodi giudiziari dei beagle dell’allevamento, nel corso di una conferenza stampa organizzata questa mattina a Brescia.

«Una riscossa storica per questi animali altrimenti destinati alla vivisezione, un lieto fine che non ha precedenti nella storia dell’antivivisezionismo per numero di cani liberi – afferma Gianluca Felicetti, presidente della LAV – Oggi siamo più che mai felici per aver potuto offrire una nuova vita a così tanti animali, ma prosegue senza sosta la nostra battaglia legale per la condanna e la chiusura di Green Hill, senza dimenticare tutti gli altri animali ancora usati a fini sperimentali: quasi 900 mila in Italia nei 600 stabulari ancora attivi. Non c’è dubbio che le oltre 9mila richieste d’affido per questi beagle, giunte solo alla LAV in pochi giorni, sono il segnale di una convinta volontà collettiva che disapprova la sperimentazione animale, un segnale che Governo e Parlamento non possono ignorare approvando definitivamente l’articolo 14 della Legge Comunitaria ferma da troppi mesi al Senato». Soddisfatto anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente: «Festeggiamo una grandissima vittoria contro ogni forma di maltrattamento sugli animali – dichiara – felici di aver smascherato una terribile illegalità che avveniva al riparo della doppia recinzione dell’azienda Green Hill che siamo riusciti a portare alla luce. Continueremo con ancor maggiore determinazione la battaglia di legalità contro tutte le ecomafie, anche nel nome delle migliaia di beagle che abbiamo salvato, per spezzare i commerci illegali di cuccioli e ottenere una sempre più diffusa ed effettiva tutela degli animali. Chiediamo all’Europa e all’Italia di cogliere questa grande vittoria collettiva per voltare pagina e compiere finalmente un’improcrastinabile scelta politica: abolire l’anacronistico obbligo della sperimentazione animale».

Da domani proseguiranno senza sosta, da parte dei custodi giudiziari, le attività di controllo dei beagle affidati e l’assistenza per fornire informazioni utili alla corretta convivenza con animali sottoposti alle deprivazioni della vita in un allevamento per la vivisezione. Le Associazioni ricordano che il Tribunale del Riesame di Brescia, nel confermare (3 agosto 2012) il sequestro probatorio dei cani dell’allevamento ha evidenziato la sussistenza del fumus del reato di maltrattamento di animali di cui all’articolo 544 ter del Codice penale, non solo in relazione ai decessi e alle soppressioni rinvenute e documentate dalla Polizia Giudiziaria intervenuta (ovvero il NIRDA, operativo al Corpo Forestale dello Stato), ma anche e soprattutto alle modalità di detenzione degli stessi all’interno dello stabilimento, di fatto etologicamente incompatibili con le corrette modalità di allevamento e detenzione di cani di razza beagle all’interno della struttura. Ragiona il Collegio nella sua Ordinanza che, anche se gli animali sono allevati per la sperimentazione animale, ciò non esclude l’obbligo di rispettare la loro etologia e devono quindi essere evitate lesioni sia fisiche che psicofisiche.

«La festa di questa sera a Brescia, vuole essere un’occasione per brindare a questo parziale successo ma anche per organizzare le prossime attività per chiudere definitivamente Green Hill – affermano LAV e Legambiente – Le testimonianze degli affidatari ci confortano perché questi cani che finalmente possono correre e giocare, e scoprire l’affetto e il rispetto degli umani, sono rinati».

LAV e Legambiente ringraziano «gli affidatari per la loro disponibilità, il personale del Corpo Forestale dello Stato, i Medici Veterinari e i tanti attivisti impegnati non solo nelle operazioni di affidamento dei beagle, ma anche nelle numerose manifestazioni di protesta che da lungo tempo vengono organizzate per chiedere la chiusura di Green Hill».

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