Le due vie del destino, trama e recensione del film

Le due vie del destino: la  trama e la recensione del film con Colin Firth e Nicole Kidman, uscito al cinema l’11 settembre 2014

locandina le due vie destinoL’amore è salvifico e può guarire tutte le ferite, anche quelle più atroci, oltrepassando i confini dell’odio e del dolore per dare alla persona offesa, vittima delle circostanze, una seconda possibilità, perché finché c’è vita c’è speranza, recita un proverbio troppo usato, per essere realmente capito. Interiorizzato. Eric Lomax è un reduce di guerra, che ha raccontato in un libro autobiografico (edito in Italia da Antonio Vallardi Editore) la sua incredibile e disumana esperienza di vita e morte, di vendetta e perdono, di guerra e pace. Una storia vera, dunque, che ha ispirato il film “Le due vie del destino”, uscito nelle sale italiane l’11 settembre e diretto da Jonathan Teplitzky.

Una pellicola resa emozionante, intensa e indimenticabile da uno straordinario Colin Firth che, nel ruolo di Eric, sa portarci – con una semplicità che a dir il vero ci disarma, rendendoci vulnerabili e partecipi (anche fin troppo) – tra i sentieri tortuosi di un passato difficile da accettare. Momenti lontani e dolorosi ma che l’inconscio non dimentica, perché esso tutto sa, tutto conosce, tutto ricorda.

Le due vie del destino

Il film si apre negli anni Ottanta con Eric e Patti (Nicole Kidman) che s’incontrano su un treno. Gli intensi primi piani di lui e di lei evidenziano le emozioni sottaciute di un vero e proprio colpo di fulmine che stravolge l’esistenza del protagonista, il quale per amore di Patti, diventata nel frattempo sua moglie, decide di affrontare e risolvere i propri tormenti. Lo spettatore gradualmente conosce il dramma di Eric. Siamo in piena seconda guerra mondiale, il protagonista ha 21 anni e milita nell’esercito inglese come addetto ai segnali, quando i giapponesi invadono e conquistano Singapore. Gli inglesi si arrendono. Eric (da giovane è interpretato da Jeremy Irivine) è mandato in Tailandia, dove sono utilizzati civili e prigionieri per costruire la ferrovia della morte. Il ragazzo, intelligente e coraggioso, però non si dà per vinto e, da bravo tecnico e appassionato di treni, realizza una radio, non immaginaria come quella di Jacob il bugiardo, bensì reale e, alla maniera del personaggio interpretato da Robin Williams, riesce a dare un barlume di speranza ai prigionieri di guerra inglesi, trattati dall’esercito nipponico peggio degli schiavi, perché si sono arresi perdendo così l’onore. I continui e sempre troppo pericolosi flashback non ci disorientano, anzi ci fanno aspettare con trepidazione il momento finale, quando Eric dovrà scegliere quale delle due vie del destino percorrere. Il protagonista dovrà decidere se morire un pochino ogni giorno, assecondando il desiderio di vendetta, oppure se ritornare alla luce grazie alla forza del perdono. Ottima dunque la sceneggiatura de “Le due vie del destino”, la cui trama si pone a metà strada tra il sentimentale (la storia d’amore è centrale) e il drammatico, e ricercata la fotografia. Eric, diventato ormai un uomo, si muove in un’ambientazione grigia e tetra, che – visibile grazie alle ampie panoramiche – mette ben in risalto l’animo tormentato del protagonista. Consigliato? Assolutamente sì.

Trailer de “Le due vie del destino”http://youtu.be/i8IqcZByUZ4

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