L’agenda politica, tra minacce e fuochi di paglia

©Franco Buttaro
©Franco Buttaro

«Chi ha tradito i propri elettori deve andare via dal Parlamento. Chi ha tradito deve andarsene a casa. Andate a casa prima che il popolo vi cacci!». Questo quanto si legge tra i commenti pubblicati sul blog di Beppe Grillo. Ma, ed è importante precisarlo, tra i sostenitori del M5S c’è una profonda spaccatura; e se da un lato ci sono coloro che hanno dato ragione ai senatori che hanno votato per Pietro Grasso, dall’altro c’è chi sostiene Grillo appoggiandolo nella decisione di epurare «i traditori». Ebbene sì. Sono stati definiti proprio così coloro che hanno scelto la linea della negoziazione a discapito dell’ostruzionismo che suona come un dictat imposto dall’alto e che Beppe Grillo giustifica come il responso di una prima prova non superata per alcuni parlamentari del Movimento; quindi «i colpevoli» devono essere messi al vaglio della rete che «sarà come un tribunale». 

E, mentre in casa M5S continua la diatriba, arrivano anche le minacce di Silvio Berlusconi che precisa senza mezzi termini: «Se il presidente della Repubblica sarà di centrosinistra scenderemo in piazza». Insomma, dopo le elezioni dei presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, la querelle ha assunto toni insostenibili che lasciano presagire scenari sempre più infuocati in vista di un’agenda politica che si infittisce sempre di più, già a partire da questa mattina. Oggi infatti il gruppo Pdl di Camera e Senato sono stati chiamati a eleggere i capigruppo, domani invece toccherà al Pd. Mercoledì si apriranno in Quirinale le consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Giovedì Camera e Senato torneranno a riunirsi per l’elezione degli uffici di presidenza. E, proprio in vista di questi impegni (il decisivo mercoledì) se i toni non dovessero abbassarsi potrebbe profilarsi l’ipotesi, non tanto remota, di nuove elezioni. Speriamo che questa diatriba sia solo apparenza, parvenza, una sorta di fuoco di paglia!

Carla Casinali

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