Il Commissario Montalbano: dai libri al film

“Il Commissario Montalbano” è un caso raro in cui libri e film non si contrastano a vicenda, vediamo perché.

 il-commissario-montalbano-libri-filmNeppure “Caronte”, l’ondata di caldo torrido che riporta alla mente inquietanti memorie di origini mitiche, ha fermato lo sfolgorante successo della serie tv “Il Commissario Montalbano”. Il bello è che non stiamo parlando di prime visioni, ma di repliche, anzi, di “repliche replicate” innumerevoli volte. Il settimanale Tv Sorrisi & Canzoni riporta una media di cinque milioni di spettatori a settimana incollati al televisore per seguire le indagini siciliane più famose al mondo. Non solo: “Il Commissario Montalbano” è un caso felicissimo in cui libri e film non si contrastano a vicenda, entrambe opere di alto livello artistico, stilistico e interpretativo. Non ci sono vinti, solo vincitori e i confronti non tengono, data l’accuratezza di ogni singolo dettaglio nei film e nei romanzi. Molte sono le differenze tra il protagonista descritto da Andrea Camilleri e quello che vediamo nella fiction, a partire dall’aspetto fisico: il primo è paffuto, avanti negli anni, dotato di un bel paio di baffi e di una folta capigliatura, il secondo è più giovane, affascinante, atletico, completamente calvo (questo particolare conferisce charme a molti uomini e le donne lo sanno), ma tutti e due, il Salvo letterario e quello televisivo, si completano, sono le facce della stessa medaglia, proprio come i romanzi e i film. Per creare il suo personaggio più famoso, Andrea Camilleri si è ispirato a un grande attore e regista italiano, Pietro Germi (1914-1974), in particolare al suo aspetto nel film “Il Ferroviere” (1956), da quest’ultimo interpretato e diretto. Questa diversità tra Zingaretti e il modello di riferimento Germi si vede, è ovvia per i fans del commissario, ma non si percepisce, a un livello più profondo, nello slittamento tra libri e film; insomma non rappresenta un ostacolo, anzi, viene tacitamente accettata dal lettore/spettatore, quasi non esistesse.

il-commissario-montalbano-film-libri

 

Per quale motivo? Perché le indagini di Salvo Montalbano hanno questo seguito enorme? Potremmo continuare: per quale ragione non si trovano difetti nelle storie narrate e trasposte? Come mai il pubblico è così appassionato da rinfocolare questo amore a ogni nuova replica (per non parlare delle prime televisive)? Facciamo un salto nell’immaginaria Vigata e cerchiamo di capirlo:

  1. Salvo Montalbano e i suoi uomini sono integerrimi, onesti, tutti d’un pezzo. Di questi tempi non è una cosa da niente. Ci dimostrano che è possibile rimanere incorrotti in un mondo corrotto, in una Sicilia meravigliosa ma incatenata ai problemi e ai pregiudizi.
  2. Il nostro commissario non è un eroe senza paure e dubbi, ma un uomo che vive e agisce nonostante questi. Ha un carattere forte, a tratti ribelle (emblematico è il rapporto con le figure politiche e con quella, molto attenta alla forma e all’apparenza, del questore), ma non si fa trascinare dalla rabbia, né bloccare dall’incertezza o dai propri limiti. E’ un personaggio che vive nel qui e ora, totalmente concentrato nel caso che vuole risolvere.
  3. Il suo metodo ricorda molto quello dei celebri Maigret, Nero Wolfe o Poirot: niente effetti speciali, pochissima tecnologia (ricordate il film “Il Ladro di Merendine” in cui Montalbano si fa dare una videocamera per registrare una confessione e, puntualmente, sbaglia nel premere il tasto per la registrazione?) ma moltissimo intuito e una grande capacità di ragionamento e analisi.
  4. Le indagini del commissario siciliano non hanno l’unico, ovvio scopo di catturare i criminali, ma sono una sorta di raffinata inchiesta psicologica sull’essere umano in bilico tra bontà e malvagità, sul mondo e le sue continue, eterne degenerazioni. Nella cittadina di Vigata è racchiuso un microcosmo che è specchio della nostra reale quotidianità.
  5. La splendida Sicilia, terra di passioni e misteri, è descritta in tutte le sue mille sfumature e l’uso del dialetto conferisce realismo e vivacità sia ai romanzi che ai film.
  6. Le storie non sono mai banali e nulla è come sembra. Odio, amore, gelosia, rabbia, rivalsa sono solo alcuni dei sentimenti che rappresentano quasi dei “personaggi” senza corpo né voce”, ma in grado di conferire a ogni vicenda una particolare e indimenticabile caratterizzazione.
  7. “Il Commissario Montalbano” ha dei “padrini letterari” che lo hanno tenuto a battesimo e alcuni li abbiamo già citati, però è unico e irripetibile, dotato di una personalità propria e ben definita. E’ diventato egli stesso un modello a cui ispirarsi.
  8. Sia i romanzi che la serie tv sono frutto di un lavoro lungo, paziente e, per questo motivo, si fanno sempre e giustamente attendere. Tutto il contrario, verrebbe da dire, di un certo tipo di televisione (ma anche di letteratura) che punta troppo sulla quantità e sul presenzialismo a tutti i costi e poco sulla qualità.
  9. Montalbano è un italiano al 100% e così il suo autore. In ogni storia ritroviamo l’essenza dell’italianità e così nei personaggi (il nostro Salvo, poi, è una buona forchetta e i piatti che gusta sono intriganti esempi della cucina italiana che ci invidiano nel mondo). I vizi e le virtù degli italiani sono narrati senza cadere in facili stereotipi, ma scavando nell’animo di un popolo e di una terra ricchissimi di Storia e tradizioni.
  10. Salvo Montalbano è una figura rassicurante: il buon senso e l’intelligenza che lo contraddistinguono ci fanno pensare che il male possa essere battuto, i cattivi sempre scovati e ricacciati dove non possono nuocere. In un’epoca incerta come questa è molto più di una consolazione.

 

Francesca Rossi

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto