FELIX BAUMGARTNER HA RESO POSSIBILE L’INIMMAGINABILE

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Nel 1582, per riallineare il calendario gregoriano alle stagioni, vennero eliminati i giorni che andavano dal 5 al 14 ottobre. Quel periodo cancellato esattamente 430 anni fa, è stato riscattato tutto nell’ultimo dei giorni eliminati: il 14 ottobre 2012 Felix Baumgartner ha riscritto la storia. Il base jumper più famoso al mondo è stato il primo uomo a superare il muro del suono a corpo libero.

Senza paracadute, il “Fearless” (senza paura) austriaco, si è gettato da 39mila metri di altezza, volando per ben 4 minuti e 15 secondi ad una velocità di circa 1341.13 chilometri orari.

A ospitare questo record mostruoso, la città di Roswell, nel deserto del New Mexico (USA). Roswell fino a ieri era famosa per essere la città in cui nel 1947 ci fu lo schianto di una presunta navicella guidata dagli UFO, ma oggi tutti sembrano essersi quasi dimenticati di quell’evento, in quanto un extraterrestre in carne ed ossa ha coronato in diretta mondiale un sogno lungo una vita.

Felix Baumgartner stava preparando quest’impresa da ben cinque anni. Per una questione di costi, gli erano stati concessi solo tre tentativi: dopo i rinvii di lunedì e martedì a causa delle pessime condizioni meteo, gli era rimasto un solo pallone ad elio, un’ultima ed unica possibilità che non ammetteva sbagli.

Il pallone, sottile come una busta di plastica ed alto più di 150 mila metri, ha trainato la capsula con Felix per più di due ore e mezzo, prima di raggiungere l’altezza famigerata.

Tutte le operazioni sono state coordinate dal soldato dell’aeronautica americana, Joe Kittinger, paracadutista che nel 1960 si lanciò da 31mila metri.

Baumgartner gli ha soffiato il record adesso, ma lui è il più felice di tutti. Poco prima del tuffo, un’ultima benedizione dalla torre di controllo per il paracadutista: «Gli angeli custodi si prenderanno cura di te adesso», poi l’inizio dell’impresa.

Il mondo intero è rimasto col fiato sospeso per circa otto minuti, fino a quando Baumgartner non solo è ritornato a terra, ma, da eccellente paracadutista, ha toccato il suolo in piedi! A caldo, dopo essere atterrato, ha detto: «A volte bisogna andare veramente in alto per poter capire quanto siamo piccoli quaggiù».  Un’impresa storica, che non solo ha cambiato il corso della vita del 43enne di Salisburgo, ma ha soprattutto aiutato le sorti della scienza che beneficeranno di questo volo per molti decenni a venire.

Maria Rosaria Piscitelli

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