Scoprire la libertà

Qualche giorno fa mi è capitato di assistere un documentario girato un po’ di anni fa nelle favelas di Rio de Janeiro, città famosa nel mondo anche per avere come cartolina postale, il paesaggio urbano caratterizzato da centinaia di favelas. Nel documentario c’era una donna intervistata che diceva che il Brasile è un Paese dove c’è tanta povertà, ma è un  libero; e gli abitanti delle favelas che vivono in baracche fatte di materiali poveri si sentono poveri ma liberi. Questa sensazione di libertà che si respira nell’aria, è un fatto riscontrato non solo da parte degli abitanti delle favelas, ma in generale da tutti coloro che vivono in questa Nazione (ricchi, poveri, brasiliani e stranieri). In realtà noi italiani, o forse in generale noi europei, troviamo l’atmosfera del continente americano più aperta della nostra, e questa apertura ci trasmette una sensazione di libertà. L’interesse e la riflessione su questo tema mi è stato suggerito da un mio caro amico che vive in Canada (un Paese che nella sua essenza ha molti punti in comune col Brasile), dove ugualmente si ha la sensazione di essere liberi. Ci si sente liberi di esprimere le proprie opinioni, di esprimersi attraverso il proprio stile, di frequentare i luoghi e i costumi delle religioni più affini alla propria personalità, essendo il Brasile, per esempio, uno Stato non solo cattolico ma con un cristianesimo frammentato in tante altre piccole religioni fatte di simboli, di figure divine, di colori, di tradizioni e di musica, in cui gli individui si identificano negli dei o nei santi e si esprimono liberamente senza sentirsi giudicati o osservati con occhi diversi. Ognuno di noi costruisce le proprie credenze personali che vanno di pari passo con i propri valori, per cui uno è diverso dall’altro, e la libertà di essere e soprattutto di sentirsi diversi non dovrebbe essere negata a nessuno; da questo punto di vista il Brasile è un Paese assolutamente contraddistinto dalla diversità. Cominciando dalla biodiversità nel mondo animale e vegetale, alle tradizioni popolari, ai ritmi musicali e le rispettive danze, e soprattutto alle diverse razze che compongono lo scenario mescolato dei colori della pelle, dei capelli, della fisionomia e muscolatura ecc… un aspetto questo che risulta evidente a tutti sin dai primi approcci con il Brasile, che cambia sotto tutti questi punti di vista (prima citati) di territorio in territorio. In altre parole, è facile incontrare un nero discendente di origini africane in Bahia, come un bianco, biondo di origini tedesche nel Rio Grande do Sul, o entrambe queste razze nelle stesse regioni, così come molte altre mescolanze sia nei territori litorali, che nell’entroterra. Il riferimento al tema della diversità è volutamente collocato a fianco al tema della libertà, perché sono due elementi fondamentali che servono a capire la cultura brasiliana. Liberi di essere diversi l’uno dall’altro, e di non sentirsi sottoposti a quei condizionamenti dovuti per esempio a uno Stato cattolico come il nostro. C’è da citare il fatto che i brasiliani hanno sviluppato molto la coscienza rispetto al tema della libertà, anche dopo gli anni di dittatura militare in cui era proibito per esempio esprimere addirittura le proprie opinioni, da parte di un professore dentro le mura scolastiche. Infine un riferimento al carnevale è d’obbligo, essendo la festa a cui, più di tutte le altre, appartiene il senso di libertà visto in un’ottica un po’ esasperata, perché durante la settimana dal carnevale, in Brasile è permesso fare tutto ciò che il buon senso comune di tutti i giorni impedisce, ed è nell’aria di festa continua che si adotta la libertà come scusante per realizzare i desideri proibiti specialmente nella sfera passionale, ma questo argomento merita un approfondimento a parte.

Matteo Nigro

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