Torelli, Un altro mondo: recensione

Nel documentario di Thomas Torelli, Un altro mondo, tutto comincia con un canto e con il battito di un tamburo, il quale rievoca il ritmo incessante del nostro Cuore che, poi, è anche quello della Madre Terra. Siamo tra i Canyon d’America, dove cielo e terra si uniscono in un abbraccio di speranza. Qui vivono i nativi, la cui antica tradizione oggi è condizionata e offuscata dal progresso che ci ha omologati rendendo la nostra società la più ansiogena e timorosa della Storia. La Natura ci spaventa. Gli altri esseri umani ci incutono timore. La Vita ci mette soggezione. La maggior parte di noi si comporta come gli ignavi descritti da Dante Alighieri. Viviamo in una realtà eterea, parallela, sospesa, in balia della paura del passato e dell’ansia del futuro, dimenticandoci che esiste un solo tempo: il Presente. E` piuttosto difficile, per me, raccontare e recensire questo documentario perché le parole non renderanno mai l’idea dell’immenso lavoro di Thomas Torelli, alla ricerca perenne di nuove fonti d’ispirazione per dare un suo personale contributo all’Umanità, sempre più schiacciata dal consumismo e dalla venerazione del dio denaro.

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Un altro mondo è un film eccellente che, mediante la forza evocativa delle immagini, trasmette un messaggio universale. Siamo tutti connessi e l’essenza della nostra Vita è solo l’Amore assoluto, non inteso come un sentimento romantico bensì come una forza sconosciuta e potente che ci lega agli alberi, agli animali, ai fiori, alle pietre… Torelli traccia dei parallelismi tra le cose, come per esempio tra le cellule celebrali e l’Universo. E a tal proposito mi vengono in mente le nostre ossa che somigliano per struttura alle pietre. Ogni parte del nostro corpo proviene dalla Terra e dal Cielo, perché facciamo parte di un’unica grande rete. Nel documentario i vari scrittori, medici, filosofi, ricercatori, fisici e nativi d’America (Gregg Braden, Masaru Emoto, Vittorio Marchi, Igor Sibaldi, Massimo Citro, Emilio del Giudice, Enzo Braschi, Giorgio Cerquetti, Massimo Corbucci, Rainbow Eagle, Antonio Giacchetti, Nitamo Montecucco, Coyote Alberto Ruz Buenfil, Don Luis Nah e Westin Luke Penuma) parlano della Fisica Quantistica spiegandoci come i Maya e i Nativi avessero già intuito quanto poi la ‘nuova scienza’, che ha un secolo di vita, sta scoprendo.

Non esiste alcun grado di separazione tra le cose e c’è una realtà che non riusciamo a cogliere mediante i sensi ma che ci rende parte integrante del Tutto e che può essere percepita con l’Amore. In che modo? Facendo nostro quanto sostenevano i Maya che si salutavano con la parola In Lak’ech che vuol dire “Io sono un altro te stesso” oppure “Io sono te, tu sei me”. Un altro mondo è, dunque, un documentario che vale veramente la pena di vedere per la superba regia di Thomas Torelli, per la fotografia eccellente di Francesco Pennica, per il montaggio magistrale di Donye Sacco e soprattutto per il contenuto chiaro, potente, deciso e di grande importanza per la nostra epoca che ha dimenticato le sue radici.

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