Il Pomigliano Jazz raccontato dal direttore Onofrio Piccolo

Il Festival campano è itinerante e si terrà dal 9 al 24 settembre. Noi lo seguiremo per voi con interviste e tanto altro. Intanto, ecco cosa ci ha detto il direttore artistico. Nella foto di copertina Enzo Avitabile che si esibirà il 10 settembre. 

Non solo eventi musical quelli che animeranno il Pomigliano Jazz, festival campano che quest’anno taglierà il traguardo della sua XXI edizione. Con uno spirito creativo immutato nel tempo e con uno sguardo rivolto ai dettami della società di oggi, la kermesse che si svolgerà a un passo da Napoli, non vuole essere solo la celebrazione della cultura campana. Dal 9 al 24 settembre, il Pomigliano Jazz, fra incontri e degustazioni, vuole far risplendere gli usi e costumi di un territorio da sempre etichettato come una terra dei fuochi, della malavita e della corruzioni. Il direttore artistico del festival, Onofrio Piccolo, che da anni è al timone di questo evento nazional-culturale, nonostante gli impegni, si è lasciato intervistare per illustrare dal suo punto di vista cosa significa organizzare il Pomigliano Jazz.

Grande attesa per la nuova edizione del festival. Quali sono le novità più interessanti?
La kermesse inizierà il 9 settembre e terminerà il 24. Dopo 21 anni, siamo una macchina ben rodata e infatti per l’edizione, che è ai nastri di partenza, la formula del ‘nostro successo’ è invariata. C’è la musica che rivolge uno sguardo sia ad artisti nazionali sia internazionali, permane la formula itinerante su più week-end, vera caratteristica del festival, e soprattutto c’è l‘intenzione di valorizzare il nostro territorio, sia attraverso la riscoperta di alcuni luoghi molto spesso sconosciuti, ma anche attraverso la valorizzazione delle aziende soprattutto del settore enogastronomico. Grazie alla collaborazione con Slow Food si riesce a portare a termine un lavoro di qualità e di recupero delle tradizioni. Portiamo avanti le tradizioni del nostro paese appunto ma, sicuramente, la musica e il Jazz sono degli elementi di traino ma che danno unicità all’operato. Novità molto interessanti ce ne sono, ma lascio poi al pubblico scoprire cosa abbiamo organizzato, è un festival in divenire.

Richard Galliano si esibirà il  20 settembre a Cimitile
Richard Galliano si esibirà il 20 settembre a Cimitile

E quindi l’obiettivo primario è celebrare tutta la cultura del territorio campano?
Sicuramente sì, il punto di partenza del festival è proprio questo. Ma l’intento è quello di far conoscere il meglio della Campania, le bellezze che abbiamo da offrire. Molto spesso si parla male del nostro territorio, questi invece sono luoghi che hanno una capacità produttiva immensa; oltre ad avere elementi di pregio dal punto di vista storico e naturalistico, Pomigliano ha un grande background culturale. Io e il mio staff cerchiamo di far risplendere queste caratteristiche attraverso la bellezza che rappresenta il jazz sia italiano che internazionale. Che siano artisti emergenti o affermati, mi piace pensare che il jazz sia un veicolo atto a promulgare la nostra cultura.

C’è qualche scelta in particolare nell’ambientare il festival nella città di Pomigliano?
Devo essere sincero non c’è nessun motivo che mi ha spinto a realizzare il festival nella città di Pomigliano. Sono nato a Pomigliamo e ho sempre creduto che questo luogo, in un certo qual modo, potesse essere valorizzato, perché ha sempre avuto un humus culturale, storico e gastronomico molto forte. Per questo motivo ho pensato che il territorio potesse accogliere a braccia aperte l’idea del festival. Proprio perché il jazz ha una radice popolare, il pregio di integrare suoni ed esperienze così diverse, ho sempre creduto che Pomigliano potesse essere il palcoscenico ideale per realizzare e portare a termine un sogno comune.

SOLIS STRING Quartet – LUCA AQUINO – GIANLUCA BRUGNANO si esibiranno l'11 settembre a Pollena Trocchia
Solis Strng Quartet – Luca Aquino – Gianluca Brugnano si esibiranno l’11 settembre a Pollena Trocchia

Per Lei cosa significa dirigere questo festival così prestigioso?
La kermesse esiste grazie alla mai caparbietà di portare avanti il progetto, è simbolo di grande soddisfazione tagliare questo traguardo. Io e il mio staff non abbiamo mai avuto la sensazione di voler essere promoter e organizzatori di concerti, senza togliere nulla a chi lavora in questo ambito, l’obiettivo era un altro: ovvero valorizzare la musica e sviluppare il territorio. Sono convinto che nell’arco di questi venti anni il festival ha fatto il suo corso ed è diventato parte integrante del substrato sociale della città di Pomigliano. Per me quindi è un orgoglio aver contribuito a costruire qualcosa di stimolante e soprattutto mi rende ancora più felice essere qui a dirigere il festival dopo ben 21 anni, con la stessa forza che avevo quando si facevano i primi passi nell’ambiente. Ed aggiungo, 21 edizioni in 21 anni non è un traguardo da sottovalutare. Ho notato che altre iniziative importati nate in Campania (come il Settembre al Borgo ad esempio) non hanno avuto lo stesso impatto del Jazz Festival, e questo dato mi fa capire molte cose. Nonostante le difficoltà economiche e organizzative che ci sono e sempre ci saranno, arrivare dove siamo ora non è un miracolo ma una soddisfazione.

E’ legato in maniera particolare a un’edizione passata del festival?
Ogni volta che cala il sipario sul festival si provano emozioni contrastanti. Normalmente quella che si ama di più è quella che si deve ancora realizzare. Se il prossimo anno saremo ancora qui, non si sa, ma scaramanticamente dico di sì.

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto