40 sono i nuovi 20: recensione della commedia con Reese Witherspoon

40 sono i nuovi 20: recensione – La settima arte in questi anni si è spesso dedicata alla crisi di mezz’età. Woody Allen, per esempio, è maestro in questo tema; basti pensare a Blue Jasmine, nel quale la protagonista vede la sua vita cadere a pezzi dopo il divorzio. 40 sono i nuovi 20, al contrario, è una commedia delicata, non dirompente né distruttiva o cinica come la pellicola del cineasta americano. La macchina da presa ancora acerba di Hallie Meyers-Shyer si muove in un ambiente patinato, tra vecchie sceneggiature, foto d’epoca, lungometraggi degli anni Cinquanta e tanti ricordi, tra ville lussuose ed emozioni senza tempo in una Los Angeles permeata di cinema.

40 sono i nuovi 20

La protagonista di 40 sono i nuovi 20 è Alice (Reese Witherspoon), mamma di due bambine che, dopo la separazione, deve riuscire a cavarsela da sola, tra alti e bassi. Trasferitasi da New York nell’abitazione estiva del padre, famoso regista deceduto, incontra casualmente tre giovani – che stanno cercando di fare strada nel Cinema – proprio la sera del suo quarantesimo compleanno e con loro si dà letteralmente alla pazza gioia ubriacandosi e ballando sino a notte fonda. Con uno di questi, Harry (Pico Alexander), nasce anche timida relazione. I tre si trasferiscono a casa di lei ma le cose si complicano un po’ quando ritorna il marito di Alice.

In 40 sono i nuovi 20 c’è più di una nota stonata perché il tema principale è solo abbozzato. Il risultato, tuttavia, è un film gradevole, che fa leva sui valori della famiglia – oggi in declino – e sui buoni sentimenti. Se vi aspettate una vera storia d’amore questa pellicola vi deluderà ma se volete trascorrere un paio d’ore in serenità allora 40 sono i nuovi 20 fa per voi, complice anche una più che lodevole Reese Witherspoon, sempre in parte.

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