La mia vita senza iPhone: quando uno squillo ti illuminava d’immenso

La mia vita senza iPhone, terzo giorno – Prima di parlarvi dello squillo devo fare una confessione. Ieri sera è tornato l’Innominato e alla fine ho ceduto. Ho dato una fugace sbirciatina, ma solo per vedere se era stato aggiustato bene. In verità il vetro era integro e quindi mi sarebbe bastato guardarlo soltanto e invece no! Io dovevo andare oltre l’ostacolo aggirandolo con una scusa. L’obiettivo era un altro, forse? Me la sono un po’ cantata: dovevo sincerarmi che non fossero arrivate notifiche importanti su WhatApp. E, infatti, una c’era. Gli altri miei contatti erano già stati prontamente avvisati. Mi sono sentita come un topo nel formaggio ma il senso di colpa scaturito dopo – che il roditore non conosce – mi ha fatto rinsavire riportandomi sulla retta via.

Chi fuma e ha provato o è riuscito a smettere sa come ci sente! Ebbene immaginate l’aspirante non fumatore che improvvisamente vede la sigaretta e quindi tutto il suo essere comincia a sognare e a immaginare nicotina. Il cervello stesso del malcapitato è nicotina. Ebbene in quel momento io ero il mio iPhone che sprigionava un odore particolare che sapeva di nuovo. E` durato qualche secondo, perché mio marito me l’ha tolto dalle mani e mi sono ricordata del mio impegno, di voi che mi leggete e dell’obiettivo da raggiungere. Razionalità battuta dall’Istinto? Zero a Mille. Adesso ho riposto l’oggetto dei miei desideri nella sua scatola in fondo ad un cassetto. In questi giorni (tanti ahimè), che mi separano dal mio traguardo, lui (sempre l’Innominato, da oggi lo chiamo così!) sarà lì, sotto la custodia di mio marito. Dovevo raccontarvelo, per riappacificarmi con la mia coscienza 😉

squillo

Fammi uno squillo!

Ieri è stata una giornata standard… di quelle che solitamente passano inosservate. Stessa routine. Casa, lavoro. Lavoro, estetista, un panino in un pub della zona e la mia lettura serale (di questo scriverò nei prossimi giorni). Però qualcosa d’interessante è accaduto. Avete presente gli squilli? Ricordate? «Quando arrivi, fammi uno squillo», mi dicevano. E…io prontamente ubbidivo! Anche gli altri mi ubbidivano quando ero io a pronunciare la fatidica frase.

Era un modo, secondo me funzionale e geniale, per non spendere troppi soldi in telefonate che erano l’unico mezzo insieme agli SMS, anche loro costosi, per mantenersi in contatto. Ieri chi doveva farmi il famoso squillo era mio marito. In realtà a lui gli squilli non sono mai piaciuti, quindi ha preferito inviarmi un SMS. Come quando eravamo fidanzati! In genere – come molti, penso – io e lui comunichiamo tramite WhatApp. Poi… nelle pause è un classico.

Comunque è stato un modo per ritrovare la freschezza e la sintonia dei primi anni, quando ci incontravamo in piazza con la comitiva di sempre e quando lui, pur non amando gli squilli, mi avvisava di essere lì oppure sotto casa. Quel suono tanto atteso mi faceva vibrare il cuore. Oggi lo vedi che è connesso e sembra che ti stia sempre accanto! E quindi pure la sua presenza diventa un po’ scontata. Invece con questa esperienza – magica devo dire (nonostante la tentazione di ieri) – si riscoprono emozioni sopite. La mia vita senza iPhone non è poi così tragica 🙂

Maria Ianniciello

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