Elezioni Politiche 2018, e adesso cosa succede?

I cittadini italiani il 4 marzo 2018 sono stati chiamati alle urne per eleggere la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. E adesso cosa succede? Facciamo il punto della situazione. Le elezioni politiche 2018 hanno visto il trionfo del M5S, che alla Camera ha ottenuto il 32,7 per cento dei voti; seguito dal PD, con il 18,7 per cento, dalla Lega con il 17,5 per cento, da Forza Italia con il 14 per cento, da Fratelli d’Italia con il 4,3 per cento e da Liberi e Uguali con il 3,4 per cento. Gli altri sono sotto la soglia del 3 per cento, quindi non avranno seggi. In base alla legge elettorale – approvata il 3 novembre del 2017 e denominata Rosatellum – i seggi (cioè i posti al Parlamento) saranno così suddivisi: 133 seggi al M5S, 86 seggi al PD, 73 seggi alla Lega, 59 seggi a Forza Italia, 19 seggi a Fratelli d’Italia e 14 seggi a Liberi e Uguali.

La legge elettorale in vigore permette agli elettori di votare sia per il simbolo del partito e sia per la coalizione. Di conseguenza la coalizione di centro-destra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) ha ottenuto 260 seggi alla Camera; il M5S 221 seggi; il centro-sinistra (PD e Liberi e Uguali) 112 seggi. Al Senato della Repubblica il M5S ha ottenuto il 32,2 per cento dei voti – che corrispondono a 68 seggi -, seguono il PD con il 19,1 per cento (seggi 43), la Lega con il 17,6 per cento (37 seggi), Forza Italia con il 14,4 per cento (33 seggi), Fratelli d’Italia con il 4,3 per cento (7 seggi) e Liberi e uguali con il 3,3 per cento (4 seggi). Per quanto riguarda le coalizioni il centrodestra al Senato ha 135 seggi, il M5S 112, mentre il centrosinistra 57. Alla Camera ci sono altri 22 seggi da assegnare, mentre al senato 6.

elezioni politiche 2018 cosa succede

Ciò che succede adesso lo stabilisce la Costituzione Italiana, entrata in vigore il 1 gennaio del 1948 e redatta dall’Assemblea Costituente all’indomani della seconda guerra mondiale. L’Italia è una repubblica parlamentare, i cittadini votano per il Parlamento (Camera dei deputati e Senato) che ha potere legislativo, cioè ha la funzione di fare e varare le leggi. Il Parlamento deve riunirsi non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Ma come si costituisce il Governo? In genere la coalizione vincitrice o il partito vincitore, rappresentati dal candidato premier, ha l’incarico di sottoporre al presidente della Repubblica la lista del consiglio dei ministri.

L’esecutivo (cioè il Governo) presta giuramento davanti al capo dello Stato ma per governare deve ottenere la fiducia delle Camere. Capirete che, non avendo la maggioranza, né la coalizione vincitrice né il primo partito sarà piuttosto difficile ottenere questa fiducia. Perciò bisogna scendere a patti. Questo significa che il centrodestra o si ‘allea’ con il centrosinistra oppure cerca un’intesa con il M5S. In alternativa le carte potrebbero addirittura essere rimescolate del tutto con nuove alleanze. Si vocifera anche di una sorta di governo di scopo tra M5S, PD e Lega, giusto per realizzare alcuni provvedimenti. Non so. Se da un lato penso che i 5S potrebbero anche decidere – come ha sostenuto Luigi Di Maio a caldo – di aprirsi al dialogo con tutti, dall’altro penso che perderebbero di credibilità, a meno che – data l’alta percentuale di voti – il Movimento non decida, proprio per rispetto del suo elettorato, di scendere in campo in modo netto e deciso senza passare all’opposizione. Staremo a vedere.

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