Ecco come sopravvivere ad un neonato: tre consigli pratici

Come sopravvivere ad un neonato: capirete che questa frase è provocatoria perché non si sopravvive a un neonato. Al contrario ci si adegua… ci si adatta. La vita cambia. Lo stile di vita pure e tutto ciò che facevate prima va rivisto e riadattato alla nascita del bambino soprattutto se si è al primo figlio.

Non sono tra quelle persone che credono che sia tutto idilliaco. Un neonato in casa ti stravolge e ti sconvolge; non ammetterlo è controproducente. Prima che nascesse mio figlio pensavo che fosse tutto istintivo e tutto rose e fiori, mi sbagliavo e anche di grosso. Non è così, almeno non più. Non abbiamo il cervello delle mamme del neolitico e nemmeno quello delle donne di sessant’anni fa che vivevano quasi tutte in famiglie numerose circondate da cognate, nonne, zie, suocere e madri, talvolta invadenti ma sempre presenti e pronte a prestare aiuto quando ce ne era bisogno.

La mamma di oggi vive in una famiglia nucleare con tutti i vantaggi che questo comporta. Eppure ogni situazione ha il suo lato negativo, perché il prezzo della libertà talvolta è la solitudine. Faccio l’esempio dell’allattamento: negli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso, soprattutto nelle aree rurali, le donne tramandavano l’esperienza dell’allattamento al seno di madre in figlia. Con il boom economico e l’emancipazione femminile (un processo lungo ed ancora in itinere) il latte materno è stato sostituito gradualmente dal latte artificiale che negli anni settanta e ottanta si riteneva fosse l’unica scelta possibile e quella più auspicabile per le madri moderne.

come sopravvivere ad un neonato

Oggi c’è un cambio di tendenza. Giusto, per carità, eppure disarmante. Medici e ostetriche spingono per l’allattamento al seno facendo spesso sentire in colpa la madre per le difficoltà che incontra perché, diciamolo, l’allattamento è faticoso e nessuno ci prepara davvero a questo evento.

Sulla spinta delle mode e di nuovi studi scientifici il corpo femminile viene ancora una volta indirizzato, umiliato e vilipeso dopo anni di lavaggio del cervello al contrario. Eppure ciascuna donna è diversa perché, come sosteneva Jung, è dominata da uno o più archetipi. Ci sono donne più votate alla maternità ed altre meno. Non si può colpevolizzare una madre per questo. Una donna che non asseconda la propria natura è destinata a sviluppare senso di  frustrazione  e rabbia che sono molto deleteri per il neonato.

Al contrario una donna appagata è capace di dare e ricevere amore. E allora come sopravvivere ad un neonato? Come neomamma sono in via di formazione e quindi questi tre consigli che do alle mie lettrici sono rivolti in primis a me.

  1. Esci dalla trappola del perfezionismo
  2. Ritagliati dei piccoli spazi per te
  3. Impara a delegare

 

La tendenza al perfezionismo conduce direttamente nel tunnel della depressione post parto. Ma poi perfetta rispetto a chi e a cosa? Rispetto a quale modello? Possono capitare dei momenti di rabbia e incertezza: accoglierli ed ascoltarli, senza inutili sensi di colpa, è fondamentale. Se sei una mamma presente, non hai nulla da rimproverarti.

Cerca di essere flessibile e al contempo ritagliati dei momenti di piacere (l’estetista, il parrucchiere, la palestra, un’uscita di coppia, una passeggiata con un’amica, un’ora di shopping…) delegando. Chiedere aiuto non è un segnale di debolezza. Anche Gesù, sulla via del Calvario, ebbe bisogno di aiuto. E tu hai il diritto di respirare. Se segui questi piccoli consigli, il post parto sarà un po’ meno faticoso.

Come naturopata e aromaterapeuta ti suggerisco di usare, inoltre, una composizione di oli essenziali in lampada per aromi con lo scopo di attenuare l’emozione della rabbia, che talvolta può arrivare insieme alla frustrazione e all’ansia, soprattutto se il bambino piange di continuo.

Ricetta: metti 4 gocce di olio essenziale di bergamotto, 3 gocce di olio essenziale di arancio dolce e 1 goccia di olio essenziale di patchouli nel diffusore insieme all’acqua distillata e diffondi nell’ambiente. Ti darà una sensazione di fiducia. (articolo della dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista)

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