In mostra l’Appia Ritrovata di Rumiz e compagni

Un vecchio proverbio cinese dice che per quanto un albero possa diventare alto le sue foglie, cadendo, ritornano sempre alle radici, forse perché Tutto scorre e torna al punto di partenza con una luce nuova, diversa, evoluta. Una volta si diceva che tutte le vie portano a Roma, lo abbiamo sentito anche in qualche film americano, perché la nostra antica cultura sopravvive così come quelle foglie del detto cinese. L’Appia è quella via che conduceva i viandanti da Roma a Brindisi, passando per Benevento, la vecchia Maleventum. Paolo Rumiz è un reporter che viaggia sulle onde dei ricordi per riportare alla memoria il tempo che fu. Il percorso a piedi lungo l’Appia Antica è tutto racchiuso in un libro edito da Feltrinelli che ha ispirato la mostra L’Appia ritrovata. In Cammino da Roma a Brindisi, che potrete visitare presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dal 9 giugno al 18 settembre 2016.

Paolo Rumiz non ha fatto questo viaggio da solo. Con il giornalista e autore di numerosi libri c’erano anche Irene Zambon, Riccardo Carnovalini e Alessandro Scillitani. Inoltre durante il viaggio molti sono stati i compagni di avventura, da Sandro Lo Pilato a Franco Perrozzi, da Marco Ciriello a Cataldo Popolla, senza dimenticare Vinicio Capossela. La mostra documentaria e multimediale L’Appia ritrovata. In Cammino da Roma a Brindisi si aprirà il 9 giugno alle 18, in concomitanza con la Repubblica delle Idee, rinomato Festival del noto quotidiano nazionale. Nell’arco dell’incontro saranno presentati il libro di Rumiz, Appia, e il dvd prodotto da Artemide Film e realizzato da Alessandro Scillitani.

La mostra L’Appia ritrovata. In Cammino da Roma a Brindisi è un’occasione unica per riscoprire l’arteria più importante dell’Impero Romano e per ritrovare, dunque, le nostre radici mediterranee. Durante il percorso espositivo potrete ammirare immagini con didascalie nonché filmati ed altro materiale documentario, ovvero il lavoro di un viaggio a piedi che è terminato il 13 giugno 2015 ed è durato 29 giorni. «L’abbiamo ricoperta di tangenziali, parcheggi, supermercati, campi da arare, cave, acciaierie, sbarrata con cancelli, camuffata con cento altri nomi, presa talvolta a picconate peggio dell’Isis. Abbiamo lasciato che quattro quinti dei monumenti del tratto romano finissero in mano a privati. Ma lei resisteva, testardamente. Si ostinava indicare una direzione nel cuore del Mediterraneo. Ci lanciava segnali», si legge nel libro di Paolo Rumiz. L’Appia, infatti, non è seconda a nessun’altra via internazionale, nemmeno al Cammino di Santiago, per la maestosità di reperti che si incontrano lungo una strada che, secondo il reporter, dobbiamo «restituire alla Res Publica»; si tratta di un «bene scandalosamente abbandonato, ma ancora capace – dopo ventitré secoli – di riconnettere il Sud al resto del Paese e di indicare all’Italia il suo ruolo mediterraneo», precisa Rumiz. La mostra è visitabile tutti i giorni, dalle 12.30 alle 20.30, con una pausa estiva dal 1 al 28 agosto.

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