Il Movimento 5 Stelle, dal web al Parlamento

Beppe Grillo - © Franco Buttaro
Beppe Grillo – © Franco Buttaro

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo si è presentato alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 come un’assoluta novità, forse l’unica, ed è uscito dalle urne come il partito che ha preso più voti. Da allora non si è fatto altro che parlare e scrivere di Beppe Grillo e d’ipotetiche alleanze con il Partito Democratico, tanto che si è arrivati a enfatizzare anche la battuta più innocua del leader del Movimento 5 Stelle. A parlarci di questa nuova entità politica è Roberto Biorcio, autore con Paolo Natale del libro “Politica a 5 Stelle”, edito da Feltrinelli, e docente di Scienza della politica presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca.

«Il Movimento si pone come alternativa agli altri partiti per cambiare il rapporto tra i cittadini e le Istituzioni, aumentando i mezzi di partecipazione, a partire dal web, su cui sono molto ferrati, e utilizzando gli altri strumenti della democrazia, come il referendum», spiega Biorcio che aggiunge: «Certamente gran parte del voto è scaturito da un sentimento di protesta e da un’impellente bisogno di domanda di cambiamento, ma molti elettori hanno anche visto, rispetto agli altri partiti, qualcosa di diverso nel Movimento che comunque ha il fine istitutivo di far sentire il cittadino parte integrante delle Istituzioni».

Il M5S è stato comunque molto sottovalutato dalla politica tradizionale, quella che si svolge nelle segreterie e nei palazzi, e dai Media: «Il centrosinistra pensava che, approfittando anche della crisi del centrodestra, sarebbe riuscito a convincere gli elettori – spiega Biorcio -. Si è inoltre demonizzato e screditato il Movimento di Grillo, senza capirne l’identità. Comunque la gente non ha creduto in questa immagine fuorviante e ha voluto dare fiducia alle loro proposte, soprattutto alla loro idea innovativa di politica che non è intesa come un mestiere ma un impegno civico. Per il Movimento 5 Stelle, la politica non è una professione, che crea gerarchia, ma una forma d’impegno civico prestata a tempo, transitoria».

Il M5S è stato fondato non solo da Grillo ma anche da un’altra figura che appare poco in pubblico e che suscita curiosità: Gianroberto Casaleggio, il quale, osserva Biorcio, «contrariamente a quanto si dice, non è un’eminenza grigia ma è il cofondatore del Movimento, nel quale viene combinata la capacità comunicativa di Grillo con la strategia online di Casaleggio».

E per quanto riguarda il futuro e le possibili alleanze: «Il Movimento 5 Stelle non si vincolerà in alleanze con i partiti perché altrimenti avallerebbe quello che critica – sostiene Biorcio -. Ma sarà disposto al confronto sulle proposte che sono coerenti con il suo programma». Grillo viene definito anche un antieuropeista, soprattutto a causa di alcune dichiarazioni che hanno fatto molto scalpore. «Nel loro programma propongono un referendum per l’uscita dell’Italia dall’Euro – spiega Biorgio -. Inoltre se loro fossero al Governo chiederebbero subito di rinegoziare i rapporti economici italiani con l’Unione Europea e in particolare con le banche».

Maria Ianniciello

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