Stefano Accorsi in scena col “Decamerone”, la recensione

La recensione dello spettacolo con Stefano Accorsi “Decamerone – vizi, virtù, passioni”, in scena a Roma al Teatro Ambra Jovinelli fino al 1 marzo 2015.

Stefano Accorsi Decamerone recensioneIl potere e la speranza della parola di fronte ad antiche e moderne pestilenze. L’amore del e per il teatro, “cornucopia scarrozzante” racconti, contro l’oblìo delle coscienze avvelenate dai miasmi della morte incombente, non solo fisica. Il Progetto Grandi Italiani, trilogia elaborata dal regista Marco Baliani insieme a Stefano Accorsi e Marco Balsamo, approda al Teatro Ambra Jovinelli di Roma con Decamerone – vizi, virtù, passioni. Dopo l’Orlando furioso e prima dell’annunciato Principe di Machiavelli, l’intuizione di mettere in scena oggi uno spettacolo liberamente tratto dall’opera di Boccaccio, appare particolarmente felice, proprio per il momento storico che stiamo vivendo. Egregiamente concepito grazie al meraviglioso adattamento teatrale di Baliani e alla drammaturgia di Maria Maglietta, egregiamente diretto ed altrettanto egregiamente interpretato. Se Stefano Accorsi è il nome che attira le folle (e che si dimostra all’altezza delle aspettative nel suo ruolo di “maestro” e capocomico), il resto della compagnia è così affiatato e capace, da offrire uno spettacolo di grande valore culturale ed artistico. Sette sono le novelle rappresentate, con gradevolissimo ritmo drammaturgico e con grande maestrìa nel trasformare la lingua boccaccesca in un idioma comprensibile e ricco di sfumature dialettali. Vizi, virtù e passioni, come recita il titolo, sono adeguatamente rese dall’opera pre-umanista, estraendone significativi racconti.

©Filippo Manzini Media
©Filippo Manzini Media

Dal truffatore che si finge frate per estorcere denaro, al povero Arimino cornificato dalla moglie, dal tradimento al delitto d’onore, dall’amore cortese (Tancredi e Ghismunda) a quello più terreno, sempre e comunque “vero balsamo dell’alma stanca”, dagli inganni atti ad allargar le borse dei creduloni di ogni tempo (Calandrino e Tessa), alle vanificate promesse di fedeltà. I temi della Fortuna e dell’Amore di Boccaccio sono perfettamente rappresentati ed è significativo che a metterli in scena, con un bel gioco metateatrale, grazie a scenografia e costumi straordinari (Carlo Sala) ed un suggestivo disegno luci (Luca Barbati), sia una scalcinata compagnia di giro, commedianti d’arte. Categoria, quella dell’attore, quanto mai precaria in un mondo traballante di incertezze, ma necessaria per perpetuare la speranza della parola, del racconto, della fantasmagoria dell’immaginazione, resistenza ad ogni bruttura. Questo spettacolo, con un lavoro di altissimo livello, ci riesce benissimo. Riesce nell’intento, declamato dal Maestro – Accorsi al termine dei racconti, di far venir voglia di riprendere in mano i nostri capolavori letterari di cui siamo ricchi e che troppo spesso dimentichiamo, impoverendoci senza spendere denaro. “Fomentar si deve partorir parole”…prima che il silenzio e l’ignavia ci inghiottano irrimediabilmente.

 

Paolo Leone

 

Roma, Teatro Ambra Jovinelli (Via Guglielmo Pepe 43)

Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze presentano: Stefano Accorsi in “Decamerone – vizi, virtù, passioni”.

Con: Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo.

Adattamento teatrale e regia di Marco Baliani; Drammaturgia di Maria Maglietta; Scene e costumi di Carlo Sala; Disegno luci di Luca Barbati.

Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Ambra Jovinelli nella persona di Maria Letizia Maffei.

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