Nesli: con il nuovo album “Andrà tutto bene”, recensione

4715747_CD_6_4COL.inddUrgenza di scrivere, desiderio di comunicare. Nel segno dell’amore. Il nuovo album di Nesli “Andrà tutto bene” è un gioiello che brilla di infiniti colori musicali, toccando melodie pop ma anche sonorità rock underground e atmosfere british anni Ottanta. Il disco, uscito ieri per Universal Music, contiene undici brani di cui l’ex rapper, oggi “poeta punk”, è in gran parte autore.

Il nuovo album di Nesli esce proprio durante la settimana del festival di Sanremo. Il cantautore 35enne è in gara tra i Big con il brano “Buona fortuna amore”, una lettera d’amore a una persona lontana. E’ la celebrazione di un addio, un augurio donato con il cuore affinché non ci sia più rabbia tra i due protagonisti della canzone, nonostante la distanza e le strade diverse intraprese. Ciò che colpisce maggiormente della canzone è il testo, frutto di una ricerca profonda nel giardino dei ricordi e dei sentimenti di Nesli.

“Andrà tutto bene” si apre con la titletrack, un rock roots essenziale scritto da Nesli in un momento di sconforto e di difficoltà. Il brano è un invito a credere in se stessi e in un destino che può donare anche tante cose belle. L’importante è non smettere di combattere e ripetere a se stessi che, anche quando tutto sembra perduto, “andrà tutto bene”. Una frase per rialzarsi, da sussurrare a qualcuno che soffre e che ha perso la speranza, parole da custodire nel proprio cuore e da ripetere come un mantra.

Il disco prosegue con “Allora ridi”, un beat mono corda che bussa alla porta dell’anima con un ritmo martellante e che scatta una foto al sorriso più bello: quello che nasce e cresce come un fiore nel deserto, spontaneo, sincero, dopo aver superato mille battaglie e vinto la più dura e feroce, l’accettazione di se stessi.

Nesli“Sarò come vorrai” è la terza traccia del nuovo album di Nesli. Si tratta di un brano power pop che racconta la storia di due persone che invecchiano insieme e, nel frattempo, imparano a conoscersi veramente e profondamente. (Se non è questo il vero amore!). Dal pop al rock, con una ballad energica e grintosa. “Prima o poi” è una riflessione sulla vita, nata durante una passeggiata in compagnia di se stessi. Passo dopo passo, senza farsi distrarre dal freddo del mondo che ruota intorno, Nesli conversa con il suo Io e si interroga sull’amore e sul trascorrere del tempo. C’è tanta voglia di andare oltre la solitudine e la tristezza, di soprav-vivere ai mali dell’esistenza, nelle sue magiche parole.

“Andrà tutto bene” prosegue con l’elettronica di “Quello che non si vede”, un pezzo ipnotico che cattura immediatamente l’attenzione grazie al suono di batterie, chitarre e basso, creando un mix perfetto di note e parole. Sembra proprio una poesia che viene dal futuro, visionaria e dinamica. Una canzone che si presta a infinite interpretazioni, a seconda della propria personalità e sensibilità.

Nesli andrà tutto beneSpazio al brit pop con “Il mondo è come”, al potere della parola che a volte riporta alla mente vecchie emozioni che si credevano superate. C’è un bellissimo intro morriconiano in “Dimmi che vuoi che sia”, un beat twist con piano argentino che stuzzica la fantasia e riporta agli anni Sessanta. Nesli ci dice “arrivederci e grazie” nella nona canzone del suo nuovo album. Torna l’amore, questa volta quello finito, distrutto, consumato. Ne resta un bagaglio di disordini e domande senza risposte. “Se stai bene la vita non la scrivi, la vivi”, dice Nesli. E’ il tormento che ispira e ti mette le parole in bocca, per sputarle come veleno, nel tentativo di guarire e liberarsi di un forte dolore.

Il rock americano alla Tom Petty ci fa ballare e sognare. Un abbraccio affettuoso, più che una canzone. “Il cielo è blu” è un viaggio alla scoperta della felicità. Un padre pensa alla propria figlia, la immagina su un treno mentre osserva il paesaggio attraverso il finestrino. Vorrebbe parlarle, per darle un messaggio di coraggio che la accompagni ogni giorno, mentre affronta le prove della vita. “Andrà tutto bene” si chiude con il rock britannico (alla Clash, per intenderci) di “Ancora una volta”. Un grido disperato, furioso, di chi, nonostante sia consapevole degli errori, continua a sbagliare. Accecato dall’amore, o meglio, dall’illusione di un esito positivo. E’ forse l’epilogo di una storia d’amore e odio? Eppure i due (ex)amanti continuano a rincorrersi, a cercarsi, a vivere sotto lo stesso tetto, sognando di scappare altrove. Ma, alla fine, ancora una volta, lei e lui si ritrovano sempre lì. Anime tormentate ma inseparabili.

Silvia Marchetti

 

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